LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO SEAT PAGINE GIALLE DI FIRENZE
L’assessore Di Fede ha risposto ad un’interrogazione di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC)
Sulla chiusura dello stabilimento fiorentino del Gruppo Seat Pagine Gialle l’assessore ai Rapporti col Consiglio Giovanni Di Fede ha risposto ad un’interrogazione dei consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC). “L’azienda Seat Pagine Gialle risulta essere sana e redditizia, anche se i sindacati denunciano operazioni di appesantimento finanziario che ne potrebbero minare le prospettive. Le parti – ha spiegato l’assessore Di Fede – si stanno confrontando con difficoltà crescente a livello nazionale circa la volontà aziendale di ridurre gli organici. Una ristrutturazione e riorganizzazione è già avvenuta, basata su un piano industriale sottoscritto in sede ministeriale e con l’ausilio degli ammortizzatori che prevedono i prepensionamenti. Negli ultimi anni secondo le organizzazioni sindacali l’azienda, che recentemente ha cambiato amministratore delegato e relativo staff, ha provveduto a tagliare l’occupazione. In Toscana Seat Pagine Gialle aveva 3 sedi: Siena, Pisa e Firenze. Ora rimane solo la sede fiorentina, dove sono occupati circa 20 addetti, di cui solo 2–3 pensionabili. Crescente è quindi la preoccupazione dei sindacati che si dicono disponibili per un’ottimizzazione anche logistica dell’azienda, ma non tramite ulteriori riduzioni dell’organico. Il timore delle organizzazioni sindacali è legato ad una sorta di smantellamento strisciante delle varie sedi. Per altro nel piano suddetto alcune sedi permarranno con un ruolo accresciuto, ma tra queste non c’è Firenze. In sede provinciale l’azienda aveva sottoscritto, tramite responsabile nazionale delle risorse umane e relazioni industriali, un accordo che impegnava Seat a non diminuire gli organici. L’accordo, denunciano i sindacati, potrebbe essere disatteso dal nuovo management. Le organizzazioni sindacali a livello nazionale hanno messo in programma un pacchetto di scioperi. I sindacati territoriali hanno richiesto l’attivazione dell’unità di crisi, ne stiamo già curando la convocazione di comune accordo con Regione e Comune. Calò ha ribattuto che: “Il provvedimento di dismissione annunciato dal gruppo nazionale della Seat avviene ad organico ridotto, tant’è vero che la presenza di questo gruppo si è notevolmente ridotta nel corso degli anni. Abbiamo il problema di difendere la presenza di questo gruppo, abbiamo la necessità di difendere le professionalità che sono presenti in quell’azienda, abbiamo la necessità di difendere l’occupazione, il salario e il reddito. La stessa musica, gli stessi motivi, però sta di fatto che comunque lo spartito non cambia, cioè si riduce la presenza dei gruppi imprenditoriali e a pagare la crisi sono solo i lavoratori”.