IN ORDINE I CONTI ELLE PROVINCE, MA CROLLANO GLI INVESTIMENTI PATTO DI STABILITÀ REGIONALE PER AVERE UNA MAGGORE FLESSIBILITÀ
A Palazzo Medici si è fatto il punto della situazione nella prospettiva del federalismo fiscale
Il miglioramento dei conti c’è stato, ma “in discesa”. Il 97% delle Province italiane nel corso del 2009 ha rispettato i limiti di bilancio imposti dal Patto di Stabilità e Sviluppo, pur in una situazione di calo delle entrate fiscali. Però c’è il rovescio della medaglia: la progressiva asfissia delle finanze degli enti locali ha prodotto un crollo degli investimenti. Questo è il quadro della situazione emerso nel corso del seminario organizzato oggi a Palazzo Medici dalla Provincia di Firenze e dall’Upi Toscana sui “Bilanci delle province e patti di stabilità nella prospettiva del Federalismo Fiscale”.
“Sta emergendo la notevole difficoltà in cui si trovano tutte quante le province toscane, con particolare riguardo alla gestione investimenti – ha spiegato Rocco Conte, responsabile dei servizi finanziari della Provincia di Firenze – Per assicurare il rispetto del Patto di Stabilità Interno 2010, dovranno contenere le spese di investimento entro la somma complessiva di 186 milioni di euro, spendendo nel non più del 64% registrato nel 2007 (295.30 milioni di euro). Per conseguire l’obiettivo annuale, l’intero comparto provinciale toscano potrà complessivamente spendere nel 2010 al massimo 86 milioni di euro per gli investimenti”.
“Nel corso del 2010 – ha aggiunto Conte – si auspica che venga almeno riproposta una manovra analoga a quella prevista dall’art.9 bis (pagamenti in deroga alle regole del Patto) per il 2009, però di dimensioni maggiori, passando cioè dal 4% dei residui del 2007 al 10%”.
La situazione toscana riflette il dato nazionale. Secondo Piero Antonelli, direttore generale dell’Upi nel 2009 le Province italiane hanno prodotto un miglioramento dei conti per 230 milioni di euro, mentre le entrate, dal 2007 al 2009, sono scese da 15 miliardi a 13,5 miliardi di euro”. “Ma – ha spiegato Francesco Delfino, componente della commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale del ministero dell’economia – tutta la manovra per il rispetto dei parametri imposti dal patto di stabilità ricade sulle spese di investimento, visto la rigidità della spesa corrente. E questo è un problema visto che dagli enti locali arriva il 70% degli investimenti del Paese”. Questo grande rischio della capacità di spesa delle province si configura proprio nel momento in cui stanno preparando i decreti legislativi della legge 42 sul federalismo fiscale che saranno emanati entro maggio 2011. Secondo l’assessorato provinciale al bilancio, il federalismo fiscale, piaccia o non piaccia, a questo punto si farà, anche perché ci sono di fronte tre anni senza importanti appuntamenti elettorali. E la struttura del patto non sarà cambiata, quindi bisogna agire all’interno delle magie strette che abbiamo. Un’opportunità per un miglioramento della situazione può arrivare dalla regionalizzazione del Patto di Stabilità.
“Un sistema che permetterà più elasticità, un metodo per lenire i dolori del patto di stabilità – ha spiegato Giovanni Ravelli, dell’Osservatorio finanza locale del Ministero degli Interni – Il Patto di stabilità regionale sarà gestito dalle Regioni che stabiliranno premi e sanzioni nei confronti degli enti”.