INQUINAMENTO, LA PROVINCIA COORDINA I COMUNI DELL’AREA FIORENTINA PER LE MISURE DI EMERGENZA CONTRO IL SUPERAMENTO DEI LIMITI PM 10
Allo studio un pacchetto di provvedimenti standard che saranno applicati in modo uniforme. Varie ipotesi: dalla riduzione del riscaldamento domestico fino alle limitazioni del traffico
Dal 1 gennaio 2010 sono soltanto 7 gli sforamenti di Pm 10 ammissibili. Un limite numerico (previsto dal DM 60 del 2002) che l’area fiorentina ha purtroppo già raggiunto, non essendo stata ancora recepita la direttiva europea n.50 del 2008 da parte dello Stato italiano – che innalza il limite fino a 35 superamenti del valore limite (50 microgrammi) per metro cubo. Le amministrazioni locali di Firenze, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa si trovano di fatto in una situazione di emergenza ancora più pressante rispetto alla vecchia soglia, già più volte superata negli anni scorsi, dei 35 sforamenti.
“L’eventuale superamento del limite di Pm 10 in una qualsiasi delle 5 stazioni di rilevamento della rete regionale – spiega l'assessore provinciale all’Ambiente – da ora in poi farà scattare, a seguito della segnalazione di Arpat, l’obbligo per tutti i sindaci dell’area fiorentina di assumere dei provvedimenti. A questo punto il rischio reale è che ogni Comune vada per conto suo, determinando un caos normativo per i cittadini. Faccio un esempio: un sindaco, in virtù della piena autonomia prevista dalla legge in materia sanitaria, potrebbe decidere di far viaggiare le auto con le targhe pari, un altro sindaco invece potrebbe autorizzare la targhe dispari, il comune vicino potrebbe invece optare per il blocco totale del traffico, altri ancora potrebbero scegliere di intervenire sul riscaldamento domestico o sulle attività industriali, mentre qualcuno in teoria potrebbe appellarsi all’imminente situazione meteo per non prendere alcun provvedimento”.
“A questo punto è fin troppo chiaro che occorre armonizzare gli interventi tra gli otto comuni dell’area fiorentina – aggiunge l’assessore – per cui già oggi, anche su stimolo della Regione ed alla luce delle funzioni di coordinamento che la nuova legge regionale assegna alle Province, abbiamo fatto un primo incontro con le amministrazioni locali per mettere a punto un pacchetto di misure uguale per tutti, da adottare in modo graduale secondo una procedura che stiamo definendo. Questo in attesa che la normativa nazionale si aggiorni rispetto alla nuova direttiva europea, ed al di là di ciò che ciascuna amministrazione deciderà di mettere in campo per la giornata del 28 febbraio ”.
I provvedimenti standard allo studio vanno dalla riduzione di temperatura e di orario del riscaldamento domestico, all’incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici, fino a progressive limitazioni del traffico privato con moduli di interventi ad impatto progressivo in funzione del permanere degli sforamenti. I soggetti presenti alla riunione si sono aggiornati al 10 marzo, assumendosi l'impegno di lavorare nei prossimi giorni alla definizione delle procedure e dei contenuti specifici dei provvedimenti.
“E’ evidente - conclude l’assessore provinciale all’Ambiente - che stiamo parlando di provvedimenti legati ad una situazione di emergenza, come sempre accade quando si parla di sforamenti. Situazione resa ancor più emergenziale dalla soglia molto bassa dei 7 sforamenti annui. Rimane centrale la necessità di un impegno per rimuovere le cause strutturali dell’inquinamento atmosferico, innanzitutto con un forte investimento sul trasporto pubblico: la partenza della tramvia, da questo punto di vista, segna un terreno su cui proseguire. Anche sugli interventi strutturali la nuova legge regionale assegna alle Province un importante ruolo, a partire dal coordinamento dei Piani di Azione dei Comuni per il quale verrà costituito un gruppo di lavoro Province-Comuni”.