LA VOCE DEL TESTIMONE, MARIO PICCIOLI A PALAZZO MEDICI
L’ultimo incontro di un ciclo di lezioni che preparano gli studenti 
al Viaggio della Memoria nei campi di concentramento
Martedì 30 marzo si è tenuta nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, l'ultima lezione del ciclo di incontri che ha per tema gli stermini perpetrati dal nazismo. L’Assessorato provinciale alla Pubblica Istruzione, insieme all’Istituto Storico della Resistenza, all’Aned ed alla Comunità Ebraica hanno organizzato una serie di lezioni, tenute da docenti dell’Università di Firenze, dell’Università di Pisa, dell’ITC Salvemini, dell’Istituto per la Resistenza in Toscana e dell’Aned, per preparare gli studenti e gli insegnanti che parteciperanno al Viaggio della Memoria, visita ai campi di sterminio in Germania e Polonia.
Il Progetto Memoria, un ciclo di sei lezioni sarà seguito da due viaggi - uno in aprile e uno a maggio - attraverso i luoghi più significativi degli stermini nazisti, si è aperto il 22 febbraio. Il percorso tracciato ha condotto gli studenti attraverso un excursus storico che, partendo da un’esposizione dei fatti della seconda guerra mondiale, è passata attraverso le vicende tedesche come le Leggi di Norimberga, per arrivare alle grandi deportazioni compiute nel corso degli anni Quaranta. L’ultima lezione, a cui ha preso parte anche l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Giovanni di Fede, è stata dedicata al racconto di Mario Piccioli, uno dei sopravvissuti di Ebensee e Presidente Aned Firenze, che trasporterà simbolicamente gli studenti dal panorama storico alle vicende e tragedie emotive e private delle vittime.
Il ciclo di lezioni ha avuto come obiettivo la preparazione dei ragazzi al Viaggio della Memoria che li porterà fra Polonia, Austria e Germania, nei campi di concentramento di Auschwitz, Mathausen, Gusen, Ebensee e Trieste (alla Risiera di San Sabba). Compiere questo itinerario è molto più che visitare dei luoghi, è farsi spettatori e memoria di una delle vicende più agghiaccianti della storia della civiltà. Ripercorrere i passi dei deportati, i tragitti che li conducevano ai forni, vedere i cumuli di oggetti privati, piccole scarpe di bambini uccisi, lascia un segno che non può e non deve scomparire, per questo è necessario essere preparati, per poter cogliere il vero significato di ciò che quei luoghi rappresentano. Gli studenti di oggi sono i portatori di una consapevolezza che dovrà scongiurare il ripetersi di questa follia domani.