SEVES, "SITUAZIONE ALLARMANTE"
Rifondazione presenta una domanda d'attualità in Consiglio provinciale
Sono definite "allarmanti" da Andrea Calò e Lorenzo Verdi, consiglieri provinciali di Rifondazione comunista, le notizie sulla possibile chiusura delle attività commerciali e logistiche della Seves, con una progressiva delocalizzazione verso i Paesi dell’Est e il conseguente aumento della precarietà tra gli operai. Sulla vicenda Rifondazione annuncia una domanda d'attualità in Consiglio provinciale. Nella ricostruzione di Rifondazione da febbraio, 135 operai della Seves sono in cassa integrazione straordinaria. La proprietà si era impegnata a non avviare nessuna manovra speculativa sul’area e sullo stabilimento, "riconfermando per l'ennesima volta la volontà di riprendere al più presto le attività produttive". Sta di fatto che nello stabilimento "sono rimaste solo quelle attività secondarie quali la verniciatura dei mattoni prodotti a Torino e nella Repubblica Ceca mentre lentamente si stanno svuotando le attività commerciali e sono azzerate quelle della logistica". Nessuno parlerebbe più della realizzazione del forno fusorio per il quale c’era stato un impegno a realizzarlo della Seves, solo a condizioni che non ci fosse crisi di mercato. Le organizzazioni sindacali segnalano che la fabbrica si sta avviando verso una “lenta agonia” con "una strisciante e consistente delocalizzazione verso i Paesi dell’Est". Pur essendo stato previsto un nuovo tavolo di incontro presso la Provincia ai primi di maggio, la Cgil dichiara che da un proprio monitoraggio "la situazione è tutt’altro che tranquilla". Gli operai non solo avvertirebbero la forte precarietà ma risentirebbero pesantemente di "un lungo periodo di riduzione di salari e di impoverimento delle proprie condizioni materiali. Non si arriva a fine mese con la cassa integrazione straordinaria e soprattutto con la percezione di essere stati lasciati soli, senza il profilarsi di una prospettiva". I consiglieri provinciali di Rifondazione chiedono al Presidente della Provincia e alla Giunta "di riferire sulla situazione dello stabilimento e se risulta anche all’amministrazione Provinciale se quanto dichiarato dal Sindacato in merito alla delocalizzazione e alla progressiva chiusura delle attività sia da confermare". Infine Rifondazione chiede se l’Amministrazione intende attivarsi con forti misure di sostegno ai redditi e di contrasto alla eventuale delocalizzazione.