SELEX GALILEO, "SI SCORPORA UN'ECCELLENZA"
I consiglieri di Rifondazione comunista intervengono sulla vicenda dello stabilimento di Campi Bisenzio
Selex Galileo. I consiglieri di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato una domanda d'attualità in Consiglio provinciale per chiedere al Presidente della Provincia e all’assessore competente di riferire su quanto sta avvenendo allo stabilimento di Campi Bisenzio, quali sono le iniziative che l’Amministrazione Provinciale intende assumere nel contesto delle proprie competenze al fine di salvaguardare lo stabilimento, l’indotto, l’occupazione e le professionalità coinvolte nell'annunciata delocalizzazione. "Chiediamo anche - spiegano i consiglieri - di sapere se l’Amministrazione provinciale intende far parte di un tavolo regionale in materia di lavoro, formazione e attività produttive che riguarda lo stabilimento Selex Galileo così come richiesto a viva voce dai lavoratori e dalla Rappresentanza sindacale unitaria".
Finmeccanica, ricostruiscono in una nota i consiglieri di Rifondazione, ha recentemente presentato alle organizzazioni sindacali nazionali un piano di riorganizzazione del comparto dell’elettronica per la difesa. Il piano di ristrutturazione aziendale riguarda i settori elettronica per la difesa e sicurezza e spazio e prevede per il sito di via Einstein di Campi Bisenzio lo scorporo dell’attività dei radar terrestri e navali che erano realizzati a Firenze dal 1948. Tale scorporo riguarda 73 lavoratori la cui destinazione a Roma appare irrevocabile. Da qui l’assemblea indetta dalla Rsu dello stabilimento che condividendo le preoccupazioni espresse da Fiom-Fim-Uilm hanno decretato il blocco degli straordinari e proclamato un pacchetto di 4 ore di sciopero da utilizzarsi nel corso della vertenza. La delocalizzazione di un importante settore produttivo ritenuto dalla stessa proprietà un'eccellenza e i conseguenti esuberi aprono un processo di forte precarizzazione interna e un chiaro attacco all’occupazione. Lo stesso comunicato della Rsu evidenzia che “… la scomparsa delle competenze professionali di tale settore, soprattutto ingegneristiche, il venir meno delle sinergie con il mondo della ricerca e dell’università, le conseguenti ricadute negative in termine di prospettiva industriale, possono rappresentare l’avvio di un percorso volto al progressivo impoverimento della realtà produttiva costituita dal sito fiorentino, le cui drammatiche conseguenze sarebbero avvertite anche dall’indotto del territorio…”. Contestualmente la Rsu unitamente a Fiom, Fim e Uilm hanno deciso di attivare un percorso che coinvolga le istituzioni.