'ALLEGRI' DI VINCI, PROSPETTIVE E PREOCCUPAZIONI
Rifondazione: "Non si può pensare al lavoro solo nell'ottica del risparmio"
Nello stabilimento 'Allegri' di Vinci, la più grande impresa dell’abbigliamento nell’Empolese, con oltre 100 dipendenti, si è tenuta un’assemblea dei lavoratori che ha fatto il punto sulla cassa integrazione straordinaria in vigore e sulle prospettive occupazionali. A tal proposito, "ci preme evidenziare - dichiarano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, che a suo tempo la parte datoriale aveva presentato una richiesta pesante di mobilità per 33 lavoratori, poi trasformata in un periodo di cassa integrazione straordinaria". Alla crisi, non sfugge neppure l’alta moda, tra le lavoratrici, nella stragrande maggioranza donne e "c’è una forte preoccupazione per il futuro e anche per quello di una società che un ha grande nome e una tradizione importante". L’assemblea dei lavoratori è stata caratterizzata da un clima teso, poiché gli effetti della precarizzazione e dell’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali riaprono l’incubo della messa in mobilità per un buon numero di lavoratori. Dal comunicato sindacale si apprende che “…un numero di dipendenti potranno andare in pensione dopo essere passati dalla procedura di mobilità per tre anni, il tempo massimo per cui si può godere degli effetti degli ammortizzatori sociali". Si tratterebbe quindi “di un tentativo meno doloroso per i lavoratori, di quello che poteva essere con il ricorso ai licenziamenti”.
In questa situazione drammatica dal punto di vista sociale c’è chi sostiene che il lavoratore che si trova in mobilità viene riassunto da un’altra azienda perché questa potrebbe beneficiare di sgravi contributivi. "Secondo la logica di mercato - spiegano i consiglieri di Rifondazione - quella che guarda al profitto, tale condizione lavorativa renderebbe 'interessante' l’assunzione solo nell’ottica del risparmio". Sta di fatto che pur essendo stati ridotti gli effetti dannosi di una chiusura aziendale, "dei posti di lavoro si perderanno comunque". Calò e Verdi hanno presentato una domanda d'attualità in Consiglio provinciale per chiedere al Presidente della Provincia e all’Assessore competente di "riferire puntualmente sullo stato di crisi dello stabilimento, dei processi occupazionali e dello stato di applicazione degli ammortizzatori sociali", come anche di illustrare "le iniziative che l’Amministrazione provinciale potrebbe intraprendere unitamente al Circondario Empolese Valdelsa in materia di sostegno ai salari, redditi,occupazione, formazione e lavoro".