DONNE, LE OFFESE CHE BRUCIANO: "NON SIAMO COSE"
Appello da Firenze. “Mancano regole vere per le trasmissioni televisive e siamo ancora indietro sull’accesso al lavoro. Il criterio principale? Estetico”
Un riconoscimento vero del ruolo delle donne nella nostra società è accolto in via di principio, ma di fatto gli ostacoli a una promozione reale di parità sono ancora troppi e non poco ispirati “a una concezione di donna in relazione alla gestione del potere” e al primo parametro che spesso diventa l’unico: quello estetico. Una mozione amara quella approvata dalla maggioranza del Consiglio provinciale di Firenze (Pd, Idv e Sinistra ecologia e libertà), dall’Udc e da Rifondazione comunista, dopo un lungo confronto in aula e che avrebbe, probabilmente, raccolto anche i voti favorevoli di Pdl e Lega Nord se il documento non avesse preso le mosse dalle offese rivolte dal premier Berlusconi alla vicepresidente della Camera dei deputati Rosy Bindi (“più bella che intelligente”): un fatto accaduto alcuni mesi fa. “Nel nostro Paese – si osserva – le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo confusioni di genere. Ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità”. La stesura della mozione, in cui si esprime solidarietà a Rosy Bindi, è stata curata dalle consigliere del Pd Sara Biagiotti, Caterina Conti, Alessandra Fiorentini, Loretta Lazzeri e Silvia Melani. “Solo nel 1996 la violenza sessuale è stata riconosciuta come reato contro la persona e non più reato contro la morale, ma da noi mancano ancora molte regole – spiega la consigliera Sara Biagiotti – Siamo di fronte a problemi che riguardano tutti, con ricadute pesanti per l’accesso al lavoro e sulle trasmissione televisive che finiscono per ‘cosificare’ le donne e anche i bambini, creando una cultura foriera di svilimento”. “Il dibattito, soprattutto nella seduta precedente – ha detto per parte sua Erica Franchi, del Pdl – era stato alto e ci portò, grazie al livello degli interventi, a farci riflettere anche sulle modalità che la politica attua nella scelta della propria classe politica, nella scelta dei propri rappresentanti, ma votiamo contro questa mozione perché strumentale e finalizzata a un attacco al premier. La sensibilità sulla questione femminile e i problemi connessi interroga tutti noi, in modo trasversale. Possiamo rispondere intanto nella nostra funzione di amministratori, cercando di colmare i vuoti che sono sotto gli occhi di tutti”.