FONDAZIONE STROZZI, PRC: "IL CONTROLLATO SCEGLIE IL CONTROLLORE"
Il gruppo di Rifondazione in Consigilio provinciale contesta le modifiche allo Statuto
Fondazione Strozzi. Il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale lamenta come "in un clima irreale ieri il Consiglio Provinciale ha approvato la modifica allo Statuto della Fondazione Strozzi. Poche ore prima del Consiglio lo Statuto viene portato in 1 commissione e senza una adeguata documentazione e un tempestivo esame istruttorio, sulle attività svolte, sul bilancio e sulle perdite di gestione il Pd lo mette ai voti e rifiutando una proposta avanzata dal PRC di differire l’atto al fine di esercitare un coretto controllo e indirizzo, se lo approva".
Le modifiche statutarie "non sono cosa di poco conto poiché esse prevedono la possibilità per i soci privati di entrare a pieno titolo nella governance ma con un piccolo particolare che il 40% del bilancio viene coperto dai soci pubblici (una vera e propria pacchia) i quali pagano mentre ai privati viene data la possibilità di decidere alla pari". Il bilancio annuale consuntivo di esercizio viene certificato da una società di revisione nominata dal Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione è costituito da sette consiglieri, compreso il Presidente, di cui 3 consiglieri tra i i Fondatori istituzionali, tre consiglieri tra i Fondatori non istituzionali ed i Partecipanti sostenitori secondo le modalità stabilite da apposito regolamento.
Le designazioni devono essere effettuate in assemblea. I Consiglieri così nominati provvederanno alla nomina del Presidente del Consiglio di Amministrazione con delibera da assumersi all’unanimità.
Il Consiglio d’Amministrazione, cui spettano i poteri di indirizzo e programmazione di tutte le attività della Fondazione, verifica i risultati della gestione amministrativa In particolare provvede alla nomina della società di revisione ed alla determinazione del relativo compenso.
Questo "è uno dei passaggi più scandalosi poiché il controllato sceglie il proprio controllore".
Infatti spetta al CdA la nomina della società di revisione e "udite udite è il Cda che né determina il relativo compenso". In più l’Assemblea di cui la Provincia fa parte "formula un parere obbligatorio, ma non vincolante, sulle modifiche statutarie e sull’approvazione del bilancio consuntivo". "Alla beffa delle modifiche statutarie" si aggiunge "il danno di un bilancio che non è stato esaminato, le attività non verificate e non spiegati in alcun modo la situazione debitoria". In un contesto ove manca trasparenza si decide "di provvedere per i prossimi tre anni ad un finanziamento della Fondazione pari a 800.000 euro all’anno, questo alla faccia della crisi e dei vincoli del patto di stabilità e ai tagli che lo stesso presidente ha annunciato sul versante sociale". Alla "pessima performance del Presidente va aggiunta l’imbavagliamento del Consiglio Provinciale e soprattutto il golpe che è stato messo in atto su una delle Fondazioni più strapagate nella Provincia di Firenze e meno controllate".