POLLICA, "QUANDO LA MORTE DI UN SINDACO NON FA NOTIZIA"
Bombardieri (Pd): "Morire nel 2010 per difendere onestamente il territorio: ne vale la pena? Assordante silenzio della classe politica"
Quanto è accaduto a Pollica "ci tocca profondamente. Vogliamo esprimere il nostro cordoglio alla famiglia del Sindaco ucciso Angelo Vassallo e ai suoi concittadini". Il consigliere provinciale del Pd Remo Bombardieri, a nome del gruppo di Palazzo Medici Riccardi, osserva come "morire o farsi ammazzare per il legittimo e doveroso impegno a difendere il territorio dagli attacchi criminali è un aspetto inquietante del nostro presente, al quale non possiamo guardare con rassegnazione. Stupisce l'assordante silenzio con cui questa morte viene recepita dal governo nazionale, i cui rappresentanti avrebbero dovuto precipitarsi nella località di Pollica piuttosto che guardare se stessi e i loro problemi interni, tra una dichiarazione ai giornali e una cena ad Arcore". "Sia ben chiaro: queste considerazioni - aggiunge Bombardieri - valgono qualunque sia il colore politico di un onesto amministratore che viene ucciso nell'esercizio del mandato amministrativo svolto nel rispetto della legalità e per il bene comune. Ve ne sono di Centrosinistra, ve ne sono di Centrodestra". Il dramma di Pollica non esprime il problema di un'area specifica del Paese, anche: la criminalità organizzata "ha tentacoli ovunque: quello che accade a Sud si riflette a Nord e viceversa. Il Paese è uno". Il gruppo del Pd in Consiglio provinciale è attento alla questione da tempo. L'invito a Firenze rivolto al magistrato Nicola Gratteri, vice procuratore di Reggio Calabria, che in Consiglio provinciale ha illustrato alcuni di questi aspetti, "esprime questa sensibilità che crediamo condivisa da quanti hanno a cuore la sorte unica del Paese".