MOBILI, "A FIRENZE, EMPOLI E PROVINCIA POSTI A RISCHIO PER UNA NORMA DEL GOVERNO"
"Vietata la commercializzazione delle opere di disegno industriale di pubblico dominio: mobili, illuminotecnica, complementi d'arredo"
La recente modifica dell'art. 239 del Codice della Proprietà Industriale, intervenuta ad agosto e in vigore da settembre, comporta gravi conseguenze per il sistema produttivo che verte intorno all'industrial design, settore nel quale il territorio provinciale fiorentino annovera numerose aziende che da molti anni si sono affermate nei mercati nazionale ed internazionale. "Addirittura - avverte il consigliere provinciale del Pd Sandro Bartaloni - vieta retroattivamente, la commercializzazione e la fabbricazione di opere di disegno industriale di pubblico dominio, nonostante una precedente legge ne avesse confermato la legittimità per quelle aziende che producevano prima dl 19 aprile del 2001". In sintesi: gli effetti saranno tali da non rendere più possibile per tutte queste aziende, soprattutto piccole e medie imprese diffuse nei diversi distretti industriali, fabbricare e commercializzare le opere di disegno industriale di pubblico dominio, come ad esempio mobili, illuminotecnica, complementi d'arredo, attività da sempre non soltanto sostenuta da provvedimenti specifici, ma anche espressione del made in Italy. Dunque la norma del Governo "è devastante per le imprese perché mette in seria discussione la loro esistenza e per i numerosi lavoratori che perderanno il posto di lavoro, ma si perdono anche competenze e professionalità, fattori chiave della tenuta del nostro sistema produttivo". Con una domanda d'attualità, Bartaloni e il gruppo Pd in Consiglio provinciale chiedono alla Giunta provinciale quali iniziative saranno prese dalla Provincia nei confronti del Governo "affinchè tale norma venga cancellata come chiesto dalle istituzioni pubbliche toscane ad ogni livello, dalle associazioni di categorie e dalle stesse imprese". Un'altra notazione, di carattere più strettamente politico: "Quello che emerge è che questa misura è stata voluta da Lega per favorire le aziende del Nord a discapito delle altre. E' inaccettabile".