SCUOLA, IL CONSIGLIO PROVINCIALE: "INVESTIRE IN OGNI CASO"
Approvata mozione di Pd, Idv, Sel e Rifondazione comunista. Respinto emendamento del Pdl
"In un Paese civile, anche in un momento di crisi economica, non dovrebbero essere previsti tagli in un settore prezioso come quello dell'istruzione e della formazione" e il taglio degli organici ha portato in Toscana alla perdica di circa 4300 posti in due anni (tra insegnanti e personale), determinando il licenziamento di migliaia di insegnanti precari, alcuni dei quali in servizio ormai da molti anni nelle scuole. Con una mozione presentata in Consiglio provinciale da Pd, Idv, Sel e Rifondazione comunista, illustrata dal consigliere Leonardo Brunetti (Pd), approvata con i voti della maggioranza (contrari Pdl e Lega), si invita il Presidente della Provincia Andrea Barducci ad attivarsi nei confronti del Ministero per la Pubblica istruzione "per rappresentare il forte disagio di centinaia di famiglia derivato da tali misure" e invitarlo a sviluppare un politica scolastica caratterizzata da investimenti "e non da tagli indiscriminati". Si aggiunge che non è compito degli Enti locali sostituirsi nelle competenze e nelle funzioni del Governo e del Ministero, perché "il compito dei Comuni e delle Province è quello di realizzare scuole, infrastrutture e contribuire alla gestione ordinaria". Respinto dalla maggioranza un emendamento del Pdl con il quale si sosteneva che "il piano del governo pone le premesse per un innalzamento della qualità del sistema, innescando un circolo virtuoso". Dunque si tratterebbe piuttosto di impegnare la Provincia, per quanto di sua competenza, "ad una maggiore attenzione" al riequilibrio della composizione delle classi con quanto disposto dalla legge nazionale. D'altra parte si dovrebbe "riconsiderare la proposta di attivazione degli indirizzi richiesti dagli Istituti autonomi di istruzione secondaria", in modo da consentire agli stessi "di utilizzare le nuove potenzialità messe a disposizione per migliorare e integrare l'offerta formativa". Quelli che vengono definiti tagli, ha spiegato Erica Franchi (Pdl), "rappresentano una non più procrastinabile riorganizzazione dei percorsi scolastici": troppi sono i casi "di istituti nei quali si registrano calssi di 31 studenti e classi i cui numeri sono inferiori a 15".