BARDUCCI: “ACCOLGO L’APPELLO DEL FIGLIO DI SAKINEH E SPERO CHE LA FARNESINA SIA IN GRADO DI FAR RIVEDERE LA CONDANNA”
Il Presidente della Provincia: “Il movimento di opinione che si è creato in tutto il mondo per fermare la lapidazione non è bastato. Ma non possiamo accettare che Sakineh sia impiccata”
“Accolgo l’appello che il figlio Sakineh, Mohammadi-Ashtiani, ha lanciato affinché il nostro Paese intervenga contro la condanna a morte della donna iraniana”. Il Presidente della Provincia, Andrea Barducci, interviene così dopo la decisione del Procuratore Generale iraniano, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, di condannare a morte Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito. “In nome della dignità umana e dei diritti civili – continua Barducci – dobbiamo chiedere con forza al Governo italiano di lavorare con il massimo impegno per evitare l’uccisione della donna. Che lo Stato si faccia interprete del nostro sdegno portando avanti una pressione sul Governo iraniano affinché siano cessate tutte le pratiche di condanna a morte che sono assolutamente contrarie ad ogni valore civile e morale”.
La Provincia di Firenze da tempo ha preso iniziative per fermare la lapidazione di Sakineh e il primo settembre aveva già affisso una gigantografia – sulle impalcature di Palazzo Medici, all’angolo tra via Ginori e via De’ Gori – per dare maggiore visibilità all’appello, lanciato il 23 agosto, per salvare la vita della donna iraniana. “Evidentemente il movimento di opinione che si è creato in tutto il mondo per fermare la lapidazione non è bastato” aggiunge Barducci. “Ma non possiamo accettare che Sakineh sia impiccata. Bisogna lavorare per far rivedere la sentenza di condanna”. “Non è possibile accettare questa vera e propria barbarie - conclude il Presidente della Provincia di Firenze – Spero davvero che la Farnesina sia in grado di ostacolare una decisione inaccettabile come l’impiccagione di un essere umano”.