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DELITTI SESSUALI VERSO DONNE E MINORI, LA PROVINCIA: "RIVEDERE LE NORME"
Mozione Pd-Pdl, approvata all'unanimità, impegna a rivedere le misure da applicare e che devono essere non ordinarie

Misure "non ordinarie" in caso di delitti sessuali verso donne e minori. E' stata approvata all'unanimità dal Consiglio provinciale una mozione delle consigliere Caterina Conti, Sara Biagiotti, Alessandra Fiorentini, Loretta Lazzeri , Silvia Melani del Pd e Erica Franchi del Pdl, con la quale il Presidente della Provincia e la Giunta sono stati impegnati ad attivarsi nei confronti del Ministero di Grazia e Giustizia e il Ministero delle Pari Opportunità, affinchè si sostengano, con urgenza ed efficacia, "percorsi e scelte normative che determinino l'applicazione di misure non ordinarie nei casi di delitti sessuali verso le donne e i minori". Per le proponenti la mozione, si sta delineando una pericolosità sociale allarmante, supportata anche dai recenti fatti di cronaca , che hanno visto un sempre più crescente numero di donne e minori vittime della violenza. All’origine della mozione, una riflessione sulla sentenza della Corte Costituzionale in merito al provvedimento legislativo sul contrasto alla violenza sessuale del 2009. La Corte Costituzionale ha osservato, nella sentenza n. 265 , che «per quanto odiosi e riprovevoli, i fatti che integrano i delitti in questione ben possono essere e in effetti spesso sono meramente individuali e tali, per le loro connotazioni, da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la misura massima», cioè il carcere. La Corte ha ritenuto ingiustificata l’equiparazione dei delitti sessuali ai delitti di mafia (anche in questo caso è previsto il carcere obbligatorio) e ha osservato che la funzione di rimuovere l’allarme sociale «è una funzione istituzionale della pena», conseguenza di un giudizio definitivo di responsabilità, e non può essere affidata alla fase antecedente a un giudizio di colpevolezza.

30/09/2010 14.02
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze