GIORNATA NAZIONALE DELLA PERSONA CON SINDROME DI DOWN.
L’assessore alle politiche sociali Coniglio interviene in occasione dell’iniziativa del 10 ottobre:"Necessario che i soggetti pubblici ed i privati sviluppino buone prassi verso la formazione e l'inserimento lavorativo"
Si terrà domenica 10 ottobre la Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down. Quest’anno il tema al centro dell’iniziativa è la scuola, con un obiettivo inderogabile: una vera inclusione scolastica degli alunni con sindrome di Down. L’idea fa leva sulle recenti decisioni politiche ed economiche: la composizione di classi di 25-30 alunni, gli avvicendamenti e i ritardi nelle nomine degli insegnanti di sostegno, la mancanza di un tetto massimo di alunni con disabilità nella stessa classe, la consuetudine di accorpare gli alunni con disabilità con un unico insegnante di sostegno fuori della classe, l’utilizzo dell’insegnante di sostegno per supplenze.
“È necessario – sostiene Antonella Coniglio, Assessore provinciale alle Politiche Sociali – cercare in tutti modi di creare nuove politiche sociali e nuovi modelli di intervento verso le persone affette da sindrome di Down; sviluppando tra tutti i soggetti pubblici e privati consapevolezze e impegni programmatici che sviluppino buone prassi verso la formazione e l’inserimento lavorativo”.
“Quella di domenica deve essere una giornata speciale per tutti i bambini, giovani,adulti, donne e uomini, non solo a quelli affetti da sindrome di Down. È facile – aggiunge – accettare il “diverso” quando il problema riguarda gli altri, i nostri vicini, i nostri concittadini ma se il diverso, il non facile, entra in casa nostra è nostro figlio, fratello, sorella, allora ci scopriamo anche noi diversi, e io aggiungo per fortuna”.
“Per tanto tempo abbiamo relegato in uno spazio sociale altro da noi tutto quello che è diverso alternando sentimenti tra buonismo-distacco, condanna-comprensione. Dobbiamo garantire invece i diritti di cui usufruisce ogni altra persona ritenuta normale, parlo del diritto alla formazione e al lavoro, perché la solidarietà e il sentimento di fratellanza sono necessari ma non sufficienti”.
“Il social welfare – conclude l’assessore – non può essere dichiarato ‘fuori scenario’ solo perché non adeguatamente supportato dall’economia. Come se tutto questo fosse un dato immodificabile.
Le persone affette da sindrome di Down e le loro famiglie sono all’interno delle nostre comunità e per loro come per tutti gli altri dobbiamo lavorare unitamente perché le politiche di sviluppo di welfare, il benessere sociale, non sia no facilmente dichiarate non praticabili. È dovere delle amministrazioni intervenire a sostegno di tutti i cittadini cercando altre modalità ,condivise più largamente possibile, per esprimere politiche sociali forti e concrete”.