VETRERIA SAVE, SEGNALI POSITIVI?
Un percorso complesso ma possibile per costituire una cooperativa tra ex dipendenti di aziende del settore. Calò (Rifondazione) interroga. Risponde in Consiglio provinciale l'assessore Simoni
Vetreria Save, 30 operai rischiano la disoccupazione? Lo domandava con un'interrogazione il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale. Ha risposto l'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni. La vetreria empolese, storica Fornace vetraria, attiva dal 1956 e rilevata tre anni fa dall’attuale proprietà, occupa 33 dipendenti (si tratta di manodopera specializzata) e sta vivendo un periodo di difficoltà economica che culminerà con la chiusura e probabilmente, nella richiesta di fallimento in proprio. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che i lavoratori vengano tutelati attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali. L’azienda si è detta disponibile ad avanzare richiesta per l’ottenimento della Cassa integrazione straordinaria per crisi. In un primo momento ha informato che la chiusura dello stabilimento sarebbe stata solo momentanea con previsione di riapertura a settembre. L’azienda, insieme ad un’altra vetreria locale, avrebbe cercato di dar vita ad una nuova società che avrebbe rilevato l’attività.
Lo scorso 15 luglio in sede di Tavolo procedurale è stato sottoscritto l'accordo per 29 addetti in Cassa integrazione straordinaria per 12 mesi (16.07.10 - 15.07.11) per cessazione di attività a seguito della messa in liquidazione dell'azienda. Nel corso della Cassa integrazione straordinaria era stato deciso che l'azienda avrebbe poturo collocare in mobilità esclusivamente secondo il criterio della non opposizione al licenziamento. Era previsto un incentivo all'esodo per i lavoratori.
Nel frattempo la situazione si è evoluta: gli ex proprietari della Save hanno deciso di tentare la via della costituzione di una cooperativa tra ex dipendenti Save e altri ex dipendenti di vetrerie empolese colpite dalla crisi, l’ 'Azzurra' e l’ 'Arno'. Da un confronto con le organizzazioni sindacali si è appreso che il percorso è molto complesso ma sta dando i primi frutti. L’aver fatto questa scelta ha ridato fiducia anche ai clienti e infatti gli ordini stanno già arrivando. L’obiettivo è quello di riorganizzare tutta l’attività produttiva entro la fine dell’anno per ripartire appunto con il lavoro.
"Esprimo forte preoccupazione per come la crisi insiste nel comparto Empolese Valdelsa - commenta Calò (Rifondazione comunista) - Chiudono molte aziende, alcune di queste riescono in qualche modo a rialzarsi ma gli operatori di fatto non ritrovano lavoro. Chiedo che, intanto, ai 29 addetti che sono stati messi in cassa integrazione le amministrazioni comunali forniscano tutte le misure di sostegno al salario e al reddito e laddove ce n’è occasione anche di cercare di utilizzare gli strumenti legati alla formazione e alla ricollocazione. Prendo atto che la ex Save sta cercando di reinserirsi in un territorio ma che comunque questa crisi continua a parlare un solo linguaggio: meno lavoro, meno occupazione, meno salari e meno redditi".