SVILUPPO RURALE, LA PROVINCIA APPROVA LA REVISIONE
Recepiti i cambiamenti introdotti dalla Regione Toscana. "Spazi di autonomia di Province e Comunità Montane per determinare gli indirizzi"
Il Consiglio provinciale di Firenze, con i voti favorevoli di Pd, Idv, Sel (astenute Pdl e Rifondazione) ha approvato la delibera di revisione del Programma locale di sviluppo rurale. Illustrata dall'assessore all'Agricoltura Pietro Roselli, recepisce i cambiamenti apportati dalla Regione Toscana che, al fine di semplificare le procedure per l’accesso ai bandi del Piano di sviluppo rurale, ha scelto di procedere con un unico criterio di determinazione dei punteggi a livello regionale. Per accedere ai bandi le aziende agricole partecipano le proprie condizioni soggettive, aziendali e sulla base delle condizioni dichiarate si concorre con un determinato punteggio. Le Province, prima delle novità introdotte dalla Regione, potevano stabilire una quota di punteggio sulla base delle condizioni territoriali e provinciali, cosa che comportava un certo confronto con le associazioni agricole professional ma che determinava anche un allungamento dei tempi per l’erogazione dei finanziamenti e contributi comunitari. La Regione ha ritenuto utile semplificare con un’unica graduatoria e di riunificare le procedure di finanziamento per aree provinciali. Tuttavia nella rideterminazione dei criteri, la Provincia di Firenze ha partecipato al confronto con la Regione in modo che non venisse meno la priorità, ad esempio, di premiare le zona svantaggiate (a parità di progetto e di bisogni e non in in forma esclusiva e assoluta).
"Non ci piace essere ridotti a un’agenzia di servizio, a un ente strumentale - ha dichiarato Piergiuseppe Massai, del Pdl - invece di avere una delega ben specifica con competenze nostre, con responsabilità nostre che conosciamo il territorio. La Regione Toscana ha fatto male a togliere alle Province la possibilità di intervenire sul punteggio". Lorenzo Verdi, di Rifondazione comunista, trova che "si andrà a colpire le specificità del territorio depotenziando le Comunità Montane che possono e devono essere considerate strumento di valorizzazione delle particolarità locali". Per Maurizio Cei (Pd) la Regione Toscana "ha individuato quelle priorità che anche noi come Provincia avevamo colto nel momento dell’attribuzione di quel pezzo delle risorse che erano affidate alle Province. Peraltro non manchiamo, e non lo ha fatto la Provincia, di rivendicare spazi di autonomia anche in contrasto con le scelte della Regione: è stato, ad esempio, il caso del turismo". Andrea Calò (Rifondazione) si è domandato "quale riconversione o piano di sostenibilità possiamo fare quando abbiamo un governo nazionale che è volutamente disattento sui temi dell’agricoltura. Non possiamo noi pensare che il Centrodestra in Toscana o in Provincia di Firenze pensi di accusare la Regione Toscana di togliere opporturnità, mentre il Governo nazionale continua a sottrarre risorse consistenti al settore dell’agricoltura". Riccardo Lazzerini (Sel) concorda con quanto dichiarato dall'assessore Roselli che c'è un ruolo della Provincia per incidere sugli indrizzi. Andrea Cantini (Idv) avverte il rischio che le Province si svuotino delle loro funzioni, tuttavia "valuteremo quello che succederà dopo la revisione del programma".