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VILLA CHERUBINI: "A FIRENZE LA RENDITA PASSA SU TUTTO"
Calò: "Ma non vivono di rendita i dipendenti della casa di cura. Qualcuno forse pensa a sanare qualche abuso edilizio?"

Villa Cherubini ieri lo sfratto. Circa settanta i posti di lavoro saltati. Andrea Calò e Lorenzo Verdi, consiglieri provinciali del Pd, tornano sulla vicenda della casa di cura. Nella giornata del 2 novembre, l'ufficiale giudiziario si è recato presso Villa Cherubini e ha reso esecutivo il provvedimento giudiziario, ponendo fine al braccio di ferro tra le suore della 'Casa generalizia dell'istituto piccola compagnia di Maria', proprietarie dell'immobile, e la 'Prosperius casa di cura', che attualmente è stata chiusa mentre le serrature sono state cambiate.
"L'annosa vicenda si è così drammaticamente manifestata in tutta la sua crudezza, mandando a casa una settantina di lavoratori che in quella struttura lavoravano", commentano Calò e Verdi. Subito dopo, circa cinquanta dipendenti si sono recati in Palazzo Vecchio dove, dopo alcune ore, sono stati ricevuti dal Vice Sindaco. La richiesta dei lavoratori e dei sindacati ha un obiettivo ben preciso, cioè "il ricollocamento di tutti loro attualmente in cassa integrazione". La casa di cura Villa Cherubini rimarrebbe in effetti l'unico immobile libero a Firenze per effettuare prestazioni ospedaliere. Il 31 luglio ed era stato siglato un accordo tra: la Provincia, Asl, Cgil Fp, e Comune per ricollocare tutti i lavoratori. Il 31 dicembre scade la cassa integrazione e non c’è certezza che oltre quella data i datori di lavoro chiedano il prolungamento. Si tratta di fare pressione, da parte delle Istituzioni, su Prosperius per proseguire nella cassa integrazione in maniera di assicurare ai lavoratori il tempo di far scaturire una soluzione, che salvi i posti di lavoro, i salari e i redditi, ma anche i servizi svolti nella sanità. I dipendenti "sono tutti delusi e disorientati", molti lavoravano lì da venti anni e ora si trovano disoccupati "per questioni legate alla rendita fondiaria che nella città di Firenze passa avanti a tutto e a tutti senza che si possa vincolare ad una responsabilità sociale come il mantenimento dei posti di lavoro".
Evidenziamo che l’area di San Domenico, dove la clinica avrebbe dovuto essere trasferita, è sotto sequestro da parte della Magistratura. "Non vorremmo che la messa in discussione dei posti di lavoro venga utilizzata per ottenere la sanatoria dei presunti abusi edilizi contestati", commenta Calò che ha chiesto l'intervento della Provincia di Firenze a tutela dei lavoratori.

04/11/2010 16.07
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze