STIRO STIL E DAVID, 25 STIRATRICI PERDONO IL LAVORO
Rifondazione: "Le cause a noi sembrano piuttosto chiare"
L’occupazione femminile paga un altro tributo alla crisi. 25 lavoratrici delle stirerie Stiro Stil e David di Aldobrandi - avverte Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale - perdono il lavoro. Concorrenza sleale negli appalti?". Insomma la crisi mette in concorrenza il lavoro femminile, "già sottopagato, con fasce di lavoratori più deboli e ricattabili, usando allo scopo un sistema legislativo come la 'Bossi –Fini'". E così dopo oltre trent'anni di attività hanno chiuso le stirerie Stiro Stil e Stireria David di Mario Aldobrandi e senza lavoro sono rimaste 25 donne di età media fra i 30 e i 35 anni. La maggior parte di loro vive nell'area fiorentina, qualcuna nel pratese. Motivo della chiusura: costi troppo alti. La proprietà, riporta la stampa, che dopo aver fatto svariati tentativi di salvare l’azienda ha dovuto ripiegare su altre logiche facendo chiaramente capire che "è troppo alto il costo del lavoro e le spese di gestione aziendale: gli stessi capi possono essere stirati dai cinesi a prezzi più competitivi". Le stirerie, alla fine del 2000, davano lavoro a oltre 40 persone.
Le lavoratrici rimaste senza lavoro sono 25,di età media fra i 30 e i 35 anni. Le stesse hanno potuto usufruire della disoccupazione e poi sono andate in mobilità ma non hanno potuto beneficiare della legge 223. L’aziende stiravano capi anche per i vari maglifici del Mugello. Adesso queste donne, tutte specializzate, sono disoccupate e aspettano delle risposte: dalla proprietà che individua soltanto nell’abbassamento del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori il recupero di margini di profitto; dalle Istituzioni che accettano che leggi dello Stato "che rendono clandestini lavoratori onesti siano ricattati e usati contro i nostri lavoratori, scatenando una guerra tra poveri".
Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno chiesto con una domanda d'attualità al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente "di riferire sulla vicenda e su quanto sta accadendo nella zona della Piana Campi Bisenzio-Calenzano dove risulta dai dati di settembre l'Inps registra esserci 1446 lavoratori iscritti alla disoccupazione ordinaria, 108 alla mobilità e 290 disoccupati con requisiti ridotti". Rifondazione vorrebbe sapere se corrisponde a verità che lo smantellamento delle stirerie si inserisce "in una pratica di dumping sociale, che invece di esternalizzare le produzioni all’estero appalta il lavoro a chi utilizza lavoratori ricattabili sottopagati". Mentre da una parte le lavoratrici perdono il lavoro, dall’altro lato "aumentano aziende che lavorano in appalto, nel ramo del tessile e della pelletteria, in cui non sappiamo quanti lavoratori ci sono e come e quanto vengono pagati. Lavoratori questi costretti in regime di semischiavitù, grazie alle Leggi del Governo Berlusconi sull’immigrazione". Calò e Verdi chiedono anche di conoscere il ruolo della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e degli Enti locali "nella lotta e all’emersione del lavoro clandestino".