“LA VIOLENZA HA MILLE VOLTI”: INIZIATIVA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Un convegno a Palazzo Medici e una serie d'incontri nelle scuole. Loretta Lazzeri, Presidente Commissione Pari Opportunità:“Informare i giovani può essere una soluzione”
La testimonianza della Consigliera Coralli: “Ho contratto l’HIV da mio marito. Il mio è un caso emblematico di violenza sulle donne”
Violenza femminile, storie di abusi domestici, stereotipi di genere e la testimonianza di un esponente politico del territorio rimasto coinvolto in prima persona in una triste esperienza di discriminazione legata alla sieropositività. Sono questi i punti di una serie di iniziative volute dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Firenze in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne. In particolare è previsto lo svolgimento di un seminario dal titolo “La violenza ha mille volti”, (in programma giovedì 25 novembre, dalle ore 9 alle 13, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi) a cui seguirà una serie d’incontri nelle scuole superiori per informare i giovani sulle tematiche delle pari opportunità, i diritti umani, la sieropositività.
“Una formazione completa e senza ipocrisie delle giovani generazioni deve essere il punto di partenza – ha commentato la Presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità, Loretta Lazzeri – in questo la Provincia di Firenze è impegnata da anni con iniziative e campagne relative all’emersione del fenomeno violenza e soprattutto all’individuazione di percorsi per contrastarla”.
Le iniziative, promosse in collaborazione con l’Assessorato provinciale alla Pubblica Istruzione e l’Assessorato alle Pari Opportunità, con le associazioni da sempre impegnate nella difesa dei diritti umani, Amnesty International, l’Associazione Fiocco Bianco, l’Usl 4 ed il COSPE Firenze, sono state presentate lunedì 22 novembre, a Palazzo Medici dalla Presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità, Loretta Lazzeri, da alcuni rappresentanti delle associazioni coinvolte e da Caterina Coralli, membro esterno della Commissione Pari opportunità e Consigliera Comunale di Vicchio, che ha testimoniato con la propria personale esperienza.
“So di essere sieropotiva da 15 anni – ha raccontato Caterina Coralli – ho contratto la malattia da mio marito, che era in Aids conclamato da un anno ma non mi aveva detto nulla, fingeva di avere un tumore. Il mio caso è un esempio specifico di violenza sulle donne, questa è diventata la mia battaglia”. “Vorrei lanciare un messaggio – ha continuato la Consigliera – il malato di Aids non si può discernere, non esiste una categoria. La cosa più importante è che chi soffre non si deve autoghettizzare, perché l’esclusione parte dalla paura che si ha degli altri”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati alcuni dati sulla sieropositività in Toscana e nella Provincia di Firenze:
Dall’inizio dell’epidemia alla fine del 2008 sono stati diagnosticati in Toscana 4013 casi di Aids. Le persone malate di Aids che vivono in Toscana sono 1331 e si registrano circa 100 nuovi casi l'anno. Dal 2001 non si registrano più casi in età pediatrica.
Continua ad aumentare la sopravvivenza delle persone ammalate, grazie all'introduzione di nuove terapie che hanno allungato il periodo che intercorre tra l'infezione e/o la patologia conclamata e la sopravvivenza totale.
L'Aids non può più essere definita una malattia che colpisce i giovani, dato che l'età media della diagnosi è sempre più elevata (44 anni per gli uomini e 39 per le donne), né una malattia che colpisce le cosiddette “categorie a rischio”. Infatti se nei primi dieci anni dell'epidemia le persone a rischio maggiore erano i tossicodipendenti (50%) oggi la modalità di trasmissione più frequente è quella sessuale e specialmente quella eterosessuale, che ha riguardato nell'ultimo triennio 2005-2007 il 47% dei malati.
Sotto il profilo territoriale, l'incidenza (cioè i nuovi casi) diminuisce in tutte le Asl, salvo un leggero aumento a Massa Carrara e a Lucca dal triennio 2002-2004 al triennio 2005-2007. In quest'ultimo periodo di riferimento, il tasso di incidenza più basso si registra nell'Asl di Siena (0,5 per 100.000 abitanti) e quello più elevato nell'Asl di Livorno (4,5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti).
Il problema di una scarsa consapevolezza di un rischio ormai esteso a tutta la popolazione sessualmente attiva riguarda soprattutto le nuove generazioni.
L’indagine Edit (Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana – Agenzia regionale di sanità della Toscana 2008) sui comportamenti a rischio e gli stili di vita dei giovani toscani rivela che quasi la metà degli adolescenti intervistati ha già avuto un rapporto sessuale completo, ma dalla stessa indagine emerge la tendenza all’utilizzo del profilattico prevalentemente come metodo contraccettivo, piuttosto che come metodo preventivo da infezioni a trasmissione sessuale. La scarsa percezione del rischio è provato anche dal fatto che la maggioranza delle infezioni viene scoperta in fase avanzata, spesso al momento in cui si manifesta la malattia. Per far fronte al problema è quindi necessario, prima di ogni altro intervento, attuare una politica di prevenzione che favorisca l'inversione del trend per le nuove infezioni. In sinergia con le altre istituzioni e con le associazioni del volontariato, è necessario promuovere corretti stili di vita tra giovani e una cultura del principio di precauzione attraverso l'uso del profilattico e di comportamenti non a rischio.
Altrettanto importante è lavorare per aumentare il senso di responsabilità dei cittadini sensibilizzandoli al test sull’HIV, gratuito ed anonimo. E' necessario infine, come previsto dal Il Piano sanitario 2008-2010, concentrare energie e risorse contro le discriminazioni, con un’attenzione particolare verso le quelle fasce della popolazione che vivono in condizioni di vita più disagiate.