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SCUOLA, LA STORIA FATTA DAI RAGAZZI. NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO “NEMICO DEL POPOLO” CURATA DAGLI STUDENTI
Gli allievi dell’ISIS Leonardo Da Vinci hanno curato la pubblicazione dell’autobiografia-denuncia dell’antifascista istriano Antonio Budicin

Terzo titolo di '''una collana di storia del territorio scritta “dal basso”''': gli studenti dell’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze presentano la nuova edizione del memoriale di Antonio Budicin ''Nemico del popolo - un comunista vittima del comunismo''.
La riedizione dell’autobiografia-denuncia del militante istriano, perseguitato da due regimi e poi ignorato dalla ‘democrazia’ postbellica, è il frutto di un percorso di approfondimento didattico, di ricerca storiografica, di fotocomposizione e stampa realizzato interamente all’interno della scuola superiore più grande della Toscana. Coinvolti gli studenti fotografi e grafici dell’ISIS Leonardo da Vinci, protagonisti del progetto di storia I confini orientali dell’Italia dalla nascita degli irredentismi alla formazione dell’Unione Europea: Venezia Giulia, Istria, Dalmazia, che hanno approfondito la storia, cercato conferme, raccolto documenti e realizzato interviste sul campo, da Gonars a Caporetto, da Tolmino a Pola, da Trieste a Rovigno.

“La Provincia di Firenze crede molto nell’importanza dell’insegnamento della storia del ‘900 ai propri studenti – ha commentato l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Giovanni Di Fede – poiché rappresenta un tassello fondamentale nella formazione dei ragazzi, sia dal punto di vista conoscitivo, sia per la costruzione del loro senso civico”.

Questo lavoro curato dai ragazzi del Leonardo da Vinci è stato presentato in anteprima alla stampa martedì 23 novembre alla presenza della Consigliera provinciale Silvia Melani, di Laura Giolli dell’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze, del Vicepreside dell’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze, Giuseppe Bagni, del Presidente dell’ex Associazione Regionale Toscana Profughi Italiani, Guglielmo Sklemba, degli studenti coinvolti nel progetto e dal loro insegnante di Italiano e storia, Girolamo Dell’Olio.
La conferenza stampa è anche stata occasione per incontrare in via del tutto speciale anche due esuli istriani e dalmati a Firenze che hanno contribuito alla redazione di questa edizione: Pino Cattonar e Giuseppe Devescovi.
Il testo dell’autore istriano è stato arricchito con note, schede, foto, cartografia e documenti, grazie alla collaborazione dell’IRCI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata) di Trieste e alla supervisione storico-scientifica del prof. Roberto Spazzali.
Un apporto prezioso al corredo di informazioni che accompagna il racconto di Antonio Budicin è stato fornito dalle “memorie viventi”: donne e uomini che ancor oggi sono custodi di nomi, date e fatti impossibili da trovare sui libri di storia. Questa nuova edizione deve perciò molto alla guida esperta fornita con generosità ed entusiasmo dagli esuli istriani, fiumani e dalmati a Firenze.
L’edizione fiorentina del memoriale di Antonio Budicin (dopo quella triestina del 1995) è stata organizzata in modo tale da venire incontro alle esigenze di una utilizzazione in sede didattica, a beneficio di quanti – insegnanti e studenti – intenderanno approfondire nella scuola media superiore la complessa tematica dei conflitti e delle opportunità che presenta la storia contemporanea lungo i “confini orientali” del nostro Paese.

Sabato 27 novembre alle ore 10.00 nell’aula magna dell’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze (via del Terzolle, 91), il volume, stampato in 1000 copie, verrà distribuito a coloro che interverranno alla presentazione.
Particolarmente gradita sarà la presenza di dirigenti scolastici, insegnanti e studenti delle scuole della provincia di Firenze.

''Dalla “Quarta di copertina”:''

''ANTONIO BUDICIN, nato a Rovigno nel 1908, ritenuto numero tre del comunismo giovanile del Centro Interno d’Italia, fu attivamente impegnato nella propaganda antifascista. Era stato alla scuola di Mosca, la mecca del comunismo internazionale. In Italia, durante il regime fascista, venne arrestato e condannato più volte. Da confinato conobbe ed ebbe la stima dei maggiori antifascisti italiani, come Umberto Terracini e Sandro Pertini. Alla fine della guerra, in disaccordo con il comunismo nazionalista slavo, subì persecuzioni e sevizie anche dal regime di Tito, di cui conobbe la durezza delle carceri, tanta e tale da fargli rimpiangere le prigioni fasciste. Sfuggito miracolosamente a morte certa e giunto in Italia, fu misconosciuto dallo stesso Partito Comunista e, dopo qualche tempo di vita grama, emigrò a Buenos Aires dove visse umilmente fino alla morte che lo colse nel 1977. Solo nel 1974, da parte del P.C.I. gli giunse una tardiva lettera di “riparazione di un grave errore e di una profonda ingiustizia” che aveva subito.''

23/11/2010 14.19
Provincia di Firenze