DISMI 92, "DAVVERO E' NECESSARIA LA CASSA INTEGRAZIONE?"
Rifondazione: "Se l'azienda è in crisi perché continuare ad appaltare la produzione a terzi esternalizzando il lavoro?"
Dismi 92/Allegri di Vinci: "Bisogna verificare di nuovo, urgentemente la sussistenza dei motivi per i quali è stata richiesta la Cassa integrazione straordinaria e quella ordinaria- sollecitano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Mentre la proprietà dal 2009 dichiarava lo stato di crisi, minacciando i licenziamenti, continua ad appaltare la produzione a terzi, rafforzando, di fatto, dal giugno 2009 l’esternalizzazione del lavoro". La Provincia di Firenze, per Rifondazione, "deve immediatamente attivarsi contro i presunti illeciti accertando tutti i danni economici e retributivi arrecati ai lavoratori, ripristinando la legalità, e ottenere il reintegro immediato dei lavoratori nel proprio posto di lavoro". Sulla vicenda Calò e Verdi hanno presentato un'interrogazione. Eccone, di seguito, il testo.
"Il Gruppo Consiliare del Prc, chiede che la Provincia di Firenze, Comune di Vinci, e Circondari Empolese Valdelsa e le Autorità Giudiziarie preposte, verifichino urgentemente e seriamente la sussistenza dei motivi per i quali è stata richiesta la Cassa Integrazione Straordinaria Guadagni alla Dismi92/Allegri, dichiaratasi afflitta da una discutibilissima crisi aziendale e da un contradditorio processo di cassa integrazione e mobilità.
Già nella nostra interrogazione del 20 agosto 2010 il nostro Gruppo aveva sottolineato alcune incongruenze rispetto alla vicenda evidenziando che il ricorso alla CIG risultava in contrasto con il reale andamento dell'Azienda.
Da un esposto depositato presso la Magistratura sul comportamento della proprietà potevamo desumere che dopo i primi sei mesi di CIG in deroga, ci sarebbe stata un’ulteriore richiesta di sei mesi e poi una nuova mobilità.
I motivi presentati per le procedure erano due: il primo dettato dal negativo momento congiunturale a livello mondiale, il secondo per il mancato rinnovo del contratto della licenza del marchio Barret.
La crisi economica internazionale è certamente un dato di fatto, ma nel caso di Allegri, i fatturati sono rimasti imperturbati. La linea Barret è stata invece eliminata strumentalmente dall’azienda Dismi92/Allegri in quanto, a suo dire, improduttiva.
Una conferma di quanto dichiarato si trova pubblicamente riportata in un articolo del 28 novembre 2010 di La Repubblica: Allegri mette in cantiere un pareggio di bilancio e «una crescita delle vendite (già chiuse) pari al 30 per cento». E' stato portato avanti «un lavoro consistente sulla parte industriale, riuscendo a ottimizzare l'ingranaggio azienda proprio nel momento di crisi dei mercati» continua Argentini, chiamato proprio a implementare l'efficienza. Tradotto in parole semplici, significa aver «cambiato i metodi di lavoro, riordinato il parco terzisti concentrando i laboratori di confezione in Toscana, migliorato la competitività». In queste righe, oltre a vantarsi per il fatturato in crescita, l’azienda dichiara la propria strategia di mercato che affida un’imponente mole di lavoro dato a terzi, gli stessi che oggi sono oggetto di cronaca per il lavoro nero, le paghe da schiavi ecc. Ricordiamo il nome di Omega e delle due aziende citate da La Repubblica il 18 novembre 2010: le due confezioni “fantasma” impiegavano 29 operai sconosciuti al fisco e agli enti previdenziali; tra questi anche cinque clandestini, uno dei quali già colpito da un ordine di espulsione, è stato arrestato. Denunciati per 200 mila euro i proprietari di fatto.
Si continua a dichiarare che le aziende non erano informate sul lavoro illecito di queste confezioni terze. Tra i tanti fatti che comprovano la falsità di questa dichiarazione, potremmo riprodurre un documento del 27 agosto 2009 in cui, il tecnico responsabile della campionatura e prototipia della linea Armani, rifiutava con una raccomandata la collaborazione in pianta stabile presso Omega. Questa lettera indirizzata al Presidente Dianora Allegri, all’Amministratore delegato Enrico Ceccato e al Direttore Generale GianMaria Argentini, riportava quanto segue: innanzitutto mi permetta di esprimere le mie certezze sulle possibilità che la forza lavoro e/o maestranze impiegate all’interno delle aziende sotto citate possano produrre le migliaia di capi che escono dalle stesse aziende, se non ricorrendo al porta a porta. Il che mi induce a ritenere che tipo di forza lavoro possa essere utilizzata all’interno del porta a porta e mi chiedo se il Direttore Generale Argentini sia a conoscenza se tali lavoratori siano o meno in regola con le Leggi italiane, nonché con l’azienda stessa. Questo non vale solo per Omega, ma anche per i nostri fason Cinesi proprietari delle confezioni “ Xia Cule Sandro, Xue Long Anna”, devo ancora andare avanti!? Mi sono fatta in quattro per aiutare l’azienda, su richiesta del Direttore Generale Argentini, e per questo sono stata odiata anche dalle mie colleghe di lavoro, tutte, perche, durante gli scioperi, sono stata incaricata di costituire urgentemente la catena di prototipia
presso Omega inizialmente di sei persone, in modo da consegnare, comunque, la nuova collezione 2010. Tutto questo per perseguire le mobilità che il Direttore Generale Argentini si è prefisso, nonché l’esternalizzazione del lavoro.
Un altro spunto a conferma del buon andamento aziendale lo rileviamo su MODA online.it del 14 dicembre 2009 (durante la CGIS): Nei prossimi mesi Dismi92 S.p.A. non punta solamente ad ampliare la propria presenza territoriale, ma anche a prendere delle decisioni capaci di sfruttare al meglio le peculiarità sia dell'azienda che del marchio Allegri, anche rinunciando ad alcune delle licenze: "Attualmente la nostra strategia è fortemente rivolta al rilancio del nostro house-brand, e questo comprende anche la necessità di effettuare determinate scelte. Abbiamo infatti deciso di abbandonare i rami secchi in favore di opzioni più redditizie: la collaborazione con Neil Barrett è stata chiusa perché non si adattava alla nostra filosofia, ed è stata invece rafforzata la partnership con Giorgio Armani, che fornisce alla nostra azienda risultati soddisfacenti.
Da questa dichiarazione dell’azienda si capisce che il rinnovo del contratto Barret non fosse considerato strategico, anzi era un “ramo secco” del quale disfarsi. Nello stesso articolo continuano esaltando l’enorme fatturato, che si chiude in linea addirittura con il 2008, e prosegue dichiarando le intenzioni di esportare lavoro all’estero:
Al di là degli Usa, l'altra area fondamentale per noi è senz'altro l'Europa, dove puntiamo ad ampliare la nostra presenza, dedicando come sempre particolare attenzione al suolo nazionale, ove attualmente generiamo il 50% del giro d'affari. Già con le vendite dell'Autunno/Inverno abbiamo registrato un +35%, e la campagna della Primavera/Estate 2010 grazie ad una crescita a doppia cifra ha ulteriormente confermato le nostre previsioni secondo le quali il 2009 si chiuderà in linea 2008, archiviato a quota 49 milioni di euro. Vogliamo continuare ad effettuare scelte mirate che possano aiutare l'azienda a crescere ed ottenere sempre migliori performance, concentrandoci sulle piazze più adatte alla nostra proposta.
In queste righe l’azienda parla di “ opzioni più redditizie”. A cosa si riferirà mai? Al lavoro dato localmente ai terzisti che sfruttano lavoro nero, ecc.? Oppure agli ammortizzatori sociali? Forse entrambe? Queste domande dovevano forse porsele tutti i soggetti coinvolti nella vicenda soprattutto alla luce del fatto che, anche la Provincia si è impegnata per la concessione degli ammortizzatori sociali e ottenere una CGIS per 70 persone, a fronte di una richiesta dell'azienda pari a 33 unità.
Rispondendo alla nostra sopracitata interrogazione, l'Assessore Di Fede dichiarava quanto segue:
“ il quadro normativo nazionale e regionale affidano alle Province compiti in materia di lavoro ma, da un attento esame delle norme stesse, non prevedono alcun potere di controllo e di ispezione in merito alla gestione della cassa integrazione straordinaria da parte delle aziende. "Il nostro compito - ha spiegato Di Fede - è infatti limitato all'espletamento di un tentativo di conciliazione fra le parti che si conclude con un verbale di accordo o di mancato accordo".
Perché la Provincia di Firenze -Direzione Lavoro-, non ha rilevato questa semplicissima banale incongruenza?
Questa rappresentanza istituzionale è quell’elemento che di fatto, con il suo consenso, dà mandato alle successive funzioni Istitutive di concedere insindacabilmente i vari ammortizzatori sociali, questi uffici si avvalgono categoricamente ed esclusivamente di tale tavolo Istituzionale.
Se poi fuoriescono denunce da parte dei lavoratori, a quel punto, subentrano altre Autorità come DPL INPS Magistratura che indagano sulla relativa concessione ecc.
Come mai le organizzazioni sindacali non si sono prese cura di evidenziare un fatturato di 49 milioni di euro? Come mai si sono ignorate le proteste dei lavoratori dell’enorme lavoro dato a terzi mentre facevano sciopero?
Tutto questo come conseguenza di un accordo operato con superficialità ?
Come mai il responsabile della camera del lavoro di Empoli in risposta alla nostra interrogazione del 20 agosto dichiara di non avere mai saputo nulla riguardo la esternalizzazione del lavoro e ancora oggi perora un’ulteriore proroga?
Nella nostra precedente interrogazione dichiarammo: Se fosse acclarato che le cose si sono svolte così come oggi denunciato saremmo di fronte ad una condotta grave illegittima da parte dell’azienda, e da una condotta superficiale degli organi di controllo (INPS, Direzione Provinciale del Lavoro).
Su quanto evidenziato continuare nella concessione di questi ammortizzatori è inconcepibile!
Ancora oggi ci sono rapporti di lavoro tra DISMI 92, OMEGA, e le due aziende Cinesi sopra citate, per le stesse linee di produzione che riguardavano i settori dichiarati in crisi nella originaria procedura di mobilità.
Andando avanti, rileviamo quanto segue sul Corriere Della Sera del 8 dicembre 2008; Dismi 92 della famiglia Allegri (49 milioni di euro il fatturato del 2007, di cui metà all'estero) e rilanciato dall'ingresso in società del fondo Orlando che ne ha rilevato il 40%.
La Quinta scrive riguardo l’introduzione del gruppo Orlando per il rilancio dell’etichetta Allegri; Oltre a Ceccato, arriva anche Gianmaria Argentini, che va a rivestire un nuovo ruolo per Dismi 92, quello di direttore amministrazione finanza e controllo. Come tiene a precisare a fashionmagazine.it Dianora Allegri: “L’accordo non segna una crisi finanziaria o una ristrutturazione per Dismi 92 ma scaturisce dalla precisa volontà di rilanciare l’etichetta Allegri per farla crescere in un mercato difficile, grazie all’apporto di un management d’eccezione”. Per maggiori dettagli sull’intesa si legga la notizia su fashionmagazine.it del 22 gennaio 2008.
Fonte Fashionmagazine del 22 gennaio 2008 cita quanto segue; Allegri cede alle lusinghe di Orlando per crescere ancora. Anche Allegri apre le porte agli investitori esterni. Dismi 92, realtà toscana cui fa capo il noto brand di impermeabili nonché licenziataria di Giorgio Armani, Armani Collezioni e Neil Barrett, ha siglato una lettera di intenti con Orlando Italy Sicar, fondo di private equity con esperienze di rilievo nei settori tessile e abbigliamento, retail e luxury goods, che prevede la cessione del 40% della società.
La famiglia Allegri mantiene il controllo dell’azienda, con il 60% delle quote, puntando a disporre di maggiori risorse per lo sviluppo del brand e delle licenze. Alla testa di Orlando Italy ci sono Gianni Mion, braccio destro di Benetton, Pier Domenico Gallo, fondatore di Meliorbanca, Enrico Ceccato, ex boss di Sector Group, Paolo Scarlatti, tra i cratori del fondo Opera e Mauro Ercolani, in passatceodiKilleLoop. Con sede a Vinci, Firenze, Dismi 92 ha all’attivo 150 dipendenti e un fatturato consolidato 2007 di 49 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni l’export ha rappresentato
Con sede a Vinci, Firenze, Dismi 92 ha all’attivo 150 dipendenti e un fatturato consolidato 2007 di 49 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni l’export ha rappresentato il 50% del giro di affari totale. Il closing dell'operazione è in agenda per la metà di febbraio.
Per quanto ci riguarda, Rifondazione Comunista continuerà ad indagare su questa vicenda la quale richiede appropriati approfondimenti, sulla base di fatti reali e concreti, dichiari illeciti dalla Procura.
Un altro esempio? Ci è bastato andare su google e digitare “fatturato Dismi92 Allegri” per rilevare altre notizie; così come siamo andati sul sito del Ministero Delle Attività Produttive per rilevare che già nel lontano 2001 Dismi92 richiedeva agevolazioni per il settore tessile di 352.525,00 euro. Perché nessuno degli organi destinati all'accertamento lo ha fatto?
A tal fine precisiamo che l’art 364 c.p. che fa obbligo anche a un normale cittadino di dare immediata comunicazione all’autorità della notizia dei delitti contro la personalità dello Stato. La violazione degli obblighi di denuncia di reato configura rispettivamente tre figure di reato omissivo: omissione di rapporto artt. 361 362 omissione di referto art. 365; omissione denuncia di reato da parte del cittadino art. 364, in ultimo l’art. 331 c.c.p. prevede l’obbligo di denuncia a carico dei pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all'Assessore competente sulla base di quanto nuovamente esposto sulla Dismi92 Allegri di riferire, attivandosi contro i presunti illeciti accertando tutti i danni economici e retributivi arrecati ai lavoratori, ripristinando la legalità, e ottenere il reintegro immediato dei lavoratori nel proprio posto di lavoro".