IL PREMIO ALLA SOLIDARIETA’ A DON RENZO ROSSI
Le motivazioni nell’intervento del presidente della Provincia Michele Gesualdi
“Per me oggi è una delle più belle giornate da quando sono Presidente della Provincia”. Così ha detto nel pomeriggio nella Sala di Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi il presidente della Provincia, Michele Gesualdi, consegnando il Premio alla Solidarietà 2004 a don Renzo Rossi.
Il premio, che è alla sua prima edizione, consiste in una scultura che raffigura l’anello con diamante a tre piume che si trova sul basamento dell’Orfeo del Bandinelli, collocato nel Cortile di Michelozzo. La scultura, originariamente opera di Benedetto da Rovezzano, è stata elaborata dal maestro Paolo Bosio. Il significato dell’anello a tre piume è profondamente religioso. Diamante deriva da “Deo amante” e le tre piume richiamano le tre virtù teologali: Fede, Speranza, Carità.
“Insieme a don Renzo un missionario fiorentino che ha scritto con la sua opera più di una pagina di storia ecclesiale e civile nella nostra città e nel Brasile – ha detto Gesualdi - premiamo e esprimiamo gratitudine per i tanti religiosi e laici che tutti i giorni, nelle svariate forme della solidarietà, si impegnano per il bene degli altri”.
“Don Rossi – ha ricordato Gesualdi - insieme a don Nesi, don Carlo Zaccaro e tutti gli altri sacerdoti impegnati sul fronte delle missioni in varie parti del mondo sofferente, ha spalancato la porta a quella solidarietà che si è radicata a Firenze e che ha visto momenti altissimi intorno a don Giulio Facibeni e alla sua Opera Madonnina del Grappa. Oggi le frontiere sono molto più larghe, gli orizzonti si sono dilatati, anche la solidarietà ha la sua globalizzazione e c’è ancora più bisogno di una testimonianza viva come quella di don Renzo”.
Gesualdi ha ricordato tutta l’attività di don Rossi nelle parrocchie di Montelupo, Brozzi, Vicchio Mugello, Rifredi, e Ponte di Mezzo, quella nelle fabbriche del gas delle officine ferroviarie, quella dal 57 al 65 di cappellano della squadra di calcio della Fiorentina, poi la missione in Brasile e l’azione per 30 anni nelle carceri.
Un cenno infine ai propri ricordi personali di allievo di don Milani: “Don Rossi era uno dei pochi preti, insieme a quelli dell’Opera Madonnina del Grappa, a salire a Barbiana nei momenti più difficili per don Lorenzo”.