ISI EX ELECTROLUX, "PANNELLI SPENTI, SIGILLI AGLI IMPEGNI PRESI"
Rifondazione comunista riporta la questione in Consiglio provinciale
Ufficiale Giudiziario alla Isi, sigilli ai macchinari e ai pannelli in stoccaggio. "Una vicenda grave e inquietante - per i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - che rende chiara la 'macelleria sociale' giocata sulla pelle dei lavoratori". Rifondazione, con una domanda d'attualità, chiede all’Amministrazione provinciale di chiarire la situazione economica e debitoria della proprietà, il perché dei sigilli imposti dall’Ufficiale giudiziario, di riferire sulla cordata di imprenditori e dei tempi di acquisizione e subentro in azienda, sul processo di reindustrializzazione, lo stato degli ammortizzatori sociali e il pagamento degli stipendi arretrati ai lavoratori.
Giovedì 20 gennaio, dunque, "è arrivato dentro Isi ex Electrolux l’ufficiale giudiziario che ha apposto i sigilli ai macchinari e ai pannelli in stoccaggio". Tutti sono stati colti di sorpresa, soprattutto i trecentosettanta lavoratori impegnati a resistere "in un contesto dove la realtà muta di continuo". "All’inaffidabilità della proprietà - dicono Calò e Verdi - si aggiunge una grave situazione debitoria che rischia di vanificare l’atteso processo di reindustrializzazione. Sconcertanti sono le dinamiche ancora in essere all’interno della proprietà poiché non è stata ratificata la cessione dell’affitto del ramo d’azienda e i continui colpi di azionariato creano turbolenza, instabilità e un forte clima di precarizzazione".
Il problema è che "ogni giorno cambiano gli scenari, arrivano nuovi colpi di scena, e si allontana la soluzione". Venerdì 21 si è tenuta un assemblea dei lavoratori indetta dai sindacati e dalla Rsu come risposta "ad una macelleria sociale giocata sulla pelle dei lavoratori e per ribadire che non c’è più tempo per soluzioni pasticciate". Indignazione, rabbia e grande senso di responsabilità sono emersi tra i lavoratori i quali hanno inviato un monito alle Istituzioni affinché la Regione Toscana incontri compratori, acquirenti, sindacati al fine di ratificare impegni e piani di attività industriale. Lungo l’elenco di "disagi e criticità sopportate dai lavoratori, conti correnti bloccati, difficoltà a pagare mutui e affitti, impossibilità a reggere la pressione fiscale tariffaria, l’esosità dei costi dei trasporti, delle scuole, delle mense, e soprattutto al caro prezzi". Ingiustificato "è il fatto che non si è ancora risolto il pagamento puntuale degli stipendi e arretrarti, mentre non essendo stato ultimato il nuovo accordo sulla cassa integrazione due lavoratrici in stato interessante non possono entrare in maternità". Si è dunque "al limite di una pesante situazione per gli operai e le loro famiglie, mentre sono inconsistenti le misure di sostegno al salario e al reddito attivate da parte degli Enti Locali. Occorre fare di più".
Da parte della Regione Toscana (Assessorato alle attività produttive), viene ribadito che sono in grado “di fare il punto della situazione con la cordata di imprenditori che si appresta ad acquisire l’azienda” poiché “la nuova società rassicura che il percorso verso l’acquisizione prosegue”. Nessuno chiarisce "però perché nessuno onori gli impegni più volte assunti sul pagamento dei salari. Non brillano per incisività nè la Regione Toscana nè Fidi Toscana sulla individuazione della risoluzione inerente tutte le questioni".
Lunedi 24 gennaio nuovo incontro presso la Regione Toscana "dove le istituzioni incontreranno i vertici della nuova e della vecchia proprietà e i sindacati".
Quotidianamente "tutti gli impegni assunti vengono sistematicamente elusi".