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DADA, "FERMARE TENTATIVI DI SPECULAZIONE"
Rifondazione: "A rischio 400 posti di lavoro"

Il gruppo Rcs (Rizzoli Corriere della Sera) che detiene a maggioranza le quote di Dada, l'Azienda fiorentina della new economy, ha annunciato di volere avviare la cessione delle proprie quote. Sono a rischio - avverte il gruppo provinciale di Rifondazione comunista - 400 posti di lavoro. "Immediate le richieste del sindacato e dei lavoratori - spiegano i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Bisogna fare chiarezza sul destino di Dada, sulla tenuta occupazionale e impedire che il pericoloso gioco di cessione di quote azionarie pregiudichi occupazione, lavoro e futuro dell’azienda". Con un'interrogazione i consiglieri registrato la reazione della Filcams Cgil che ha ritenuto opportuno convocare una assemblea di tutti i lavoratori al termine della quale è stato deciso di proclamare lo stato di agitazione e un primo pacchetto di ore di sciopero. Contestualmente i lavoratori dello stabilimento di Firenze (circa 400) "vogliono capire qual è il futuro che si profila, la direzione che intende seguire la proprietà e soprattutto quali garanzie Rcs offre in termini occupazionali in questo complicato gioco di azionariato e/o di cessione di ramo di azienda". Dunque all’ordine del giorno della vertenza c’è il tema del piano industriale, nonché l’avvio di corrette relazioni sindacali, l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie, la netta contrarietà a "spezzettare" la sede e quella più importante che riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali. Il sindacato, intanto, ha confermato di essere in contatto con le istituzioni "ma essendo la società in borsa i vertici non possono svelare il futuro fino al 10 febbraio, quando l'azienda dovrà dare informazioni più precise". Calò e Verdi chiedono al Presidente della Provincia di Firenze "di riferire sulla complessa vicenda che riguarda Dada stabilimento di Firenze in riferimento all’annunciata volontà della proprietà di avviare cessioni di quote azionari". Rifondazione chiede anche di sapere se l’Amministrazione provinciale, a fronte della dichiarazione dello stato di agitazione, "è stata investita per quanto di sua competenza dalla vertenza in atto che ha al centro il tema del piano industriale, l’avvio di corrette relazioni sindacali, l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie, la tenuta del lavoro, occupazione e il futuro delle attività produttive". Le Istituzioni devono impedire "che il pericoloso gioco azionario metta in essere una speculazione finanziaria che potrebbe determinare un vero e proprio massacro sociale".

27/01/2011 15.03
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze