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LAVORO NERO A PITTI UOMO, "PIU' PREVENZIONE"
L'assessore provinciale Di Fede risponde a due distinte domande d'attualità di Lega Nord e Rifondazione comunista

Lavoro nero a Pitti Uomo. I controlli sono stati effettuati a seguito del decesso di un lavoratore nell’edizione dello scorso anno. Sette ditte di montaggio e smontaggio sono risultate fuori regola. Due titolari sono stati denunciati. Sono state sospese le licenze a tre aziende e sono state comminate dieci sanzioni amministrative, quasi tutte relative a irregolarità nella posizione degli operai. Il fatto che molti lavoratori si fossero allontanati prima dell’inizio dei controlli ha fatto sì che gli operai risultati pagati a nero siano stati soltanto tre, tra loro anche un ucraino e un senegalese. "Su queste materie - ha spiegato l'assessore ai Rapporti con il Consiglio provinciale Giovanni Di Fede, rispondendo sul tema sollevato da due distinte domande d'attualità di Marco Cordone (Lega Nord) e Andrea Calò e Lorenzo Verdi (Rifondazione comunista) - abbiamo già detto che la Provincia non ha compiti ispettivi, ma ha comunque la possibilità di far scaturire un dibattito culturale su questo tema, di collaborare attivamente con quei soggetti che per vocazione e per competenze legislative operano su quest’aspetto e di incidere sulla programmazione di corsi specifici in materia strutturando i bandi provinciali con un occhio particolare di riguardo sulla sicurezza del lavoro".
"La Provincia - ha replicato Cordone - non ha compiti ispettivi, però può svolgere un'adeguata azione informativa e preventiva, a partire dalle scuole. Credo anche che sotto la spinta propulsiva dell’ottimo lavoro che sta facendo il Ministero dell’interno, l’On. Maroni, sono aumentati i controlli. Bisogna essere duri nei confronti dei clandestini che arrivano nel nostro Paese, ma ancora più duri bisogna essere nei confronti di quegli imprenditori che sfruttano i clandestini e fanno sì che accadano certe cose".
Calò, per parte sua, ha ricordato di avere espresso soddisfazione immediata sull’esito dei controlli, "perché si tratta di un’operazione importante sulle illegittimità compiute dalle imprese ai danni del lavoro. Circa i clandestini non vanno criminalizzati, mai, perché sono persone. E' bene non dimenticarlo. Altro è contribuire a contrastare il fenomeno del lavoro nero nella clandestinità. Credo che sull’elemento dell’attenzione la Provincia di Firenze possa fare di più".

27/01/2011 15.35
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze