IL I MAGGIO E LE FESTE CIVILI: CONFRONTO SERRATO IN PROVINCIA
Approvata mozione di Pd, Idv e Sel a sostegno di una legge regionale. Respinto documento di Rifondazione (a favore Idv e Sel). Pdl e Lega si astengono sul testo di maggioranza e non partecipano al voto su quello di Calò e Verdi
Questione Primo Maggio e deroghe per le aperture degli esercizi commerciali. Con una mozione di Pd, Idv e Sel, approvata dal Consiglio provinciale (astenuti Pdl e Lega, non partecipante al voto Rifondazione), si è impegnata la Provincia di Firenze a sostegno della revisione della legge regionale in modo che siano rispettate le feste civili - oltre alle tradizionali festività religiose - quali il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno. Il Presidente della Provincia Andrea Barducci ha votato a favore di questo documento. Respinta invece una mozione presentata da Rifondazione comunista (contrari Pd, favorevoli Rifondazione, Sel e Idv, non partecipanti al voto Pdl e Lega) con la quale, contestando "la decisione del Sindaco Renzi di consentire l'apertura delle attività commerciali anche nel giorno del primo Maggio", si esprimeva contrarietà del Consiglio provinciale "al riconoscimento della possibilità di apertura delle attività commerciali nel gionro del 1° maggio considerandola come una palese violazione dei diritti dei lavoratori".
"Il gruppo Pd della Provincia di Firenze - commenta il capogruppo Stefano Prosperi - ritiene la data del I maggio come identitaria del popolo italiano e come tale da valorizzare a livello legislativo insieme alle altre feste civili. Condivide l'azione della Regione nella volontà di rendere più stringenti le norme sulle deroghe alle chiusure festive degli esercizi commerciali e respinge ongi strumentalizzazione sul tema del I maggio, che va sottratto alla sterile polemica politica". "Crediamo - conclude Prosperi - che il tema debba essere affrontato in un contesto più generale e non sulla decisione di un singolo ente locale". L'Italia dei valori, per parte sua, con il voto favorevole ad entrambe i documenti, "tiene a ribadire - dicono Andrea Cantini, Alessandro Cresci e Sabatino Clementini - l'importanza delle festività e l'inopportunità e l'inutilità di consentire l'apertura in tali date di attività commerciali sul territorio provinciale, regionale e nazionale che nulla apportano in termini economici globali, ma ledono gli ultimi baluardi a difesa di diritti dei lavoratori che mai andrebbero derogati, e la memoria e il valore che tali date hanno nella tradizione del nostro Paese e della nostra cultura". Per Riccardo Lazzerini, capogruppo di Sinistra ecologia e libertà, il I Maggio, come simbolo di conquiste, "è sempre più in pericolo; per questo motivo il gruppo Sel della Provincia di Firenze ha approvato con voto favotrevole entrambe le mozioni presentate. Riteniamo i contenuti della mozione di Rifondazione condivisibili anche nell'impianto ideologico rappresentato. La mozione di Pd, Idv e Sel coglie l'aspetto della presa in carico da parte della Regione Toscana della revisione e regolamentazione dell'apertura e chiusura degli esercizi commerciali nelle ricorrenze in questione".
Ironia dal Pdl. "Non potevamo pensare - spiega il capogruppo Samuele Baldini - che proprio su un appuntamento, storicamente caro alla Sinistra, andasse in scena una spaccatura, nella forma e nella sostanza, del blocco di Centrosinistra in Consiglio provinciale". Sull'opportunità o meno di prevedere deroghe all'apertura dei negozi in alcuni giorni festivi, "è necessario che la Regioni adotti una linea chiara e definitiva e per questo il Gruppo del Pdl non ha partecipato alla votazione del documento di Rifondazione Comunista che strumentalmente condannava la possibilità di deroghe e si è astenuto sul documento di maggioranza che, se pur riportando la titolarità della decisione alla Giunta regionale, esprimeva un giudizio di merito (la non apertura) troppo netto e deciso". "Crediamo - continua Baldini - che la Regione debba pronunciarsi, tenendo fermi, per quanto ci riguarda, alcuni principi inderogabili. Il primo: la tutela dei diritti dei lavoratori che necessariamente si accompagna alla 'sacralità' di alcune date, non solo quelle come il primo maggio o il venticinque aprile, ma anche quelle religiose.
Il secondo: se - per quanto ci riguarda - prevedere alcune deroghe non deve essere un tabù, riteniamo fondamentale che tutti (piccola e grande distribuzione) siano messi nelle condizioni di 'giocare' o meglio lavorare con le stesse regole".
Rifondazione comunista contrattacca. "Con il voto contrario e il conseguente respingimento dalla mozione presentata dal Rifondazione sulla questione dei diritti dei lavoratori e del mantenimento della festività del 1° maggio a Firenze si aggiunge un’altra brutta pagina del partito di maggioranza - dicono il capogruppo Andrea Calò e il consigliere Lorenzo Verdi - Il Pd sceglie di stare dalla parte del mercato e dei consumi e di quel mondo imprenditoriale che in nome del profitto intensifica orari, turni e flessibilità". "Non si conserva il lavoro e la dignità dei lavoratori inseguendo peggiori condizioni salariali e di ricatto sulla vita delle persone - continuano Calò e Verdi - Il gruppo di Rifondazione in Provincia di Firenze conferma la propria solidarietà a chi, come in Italia a Pomigliano e Mirafiori; come a Firenze alla Coin, Panorama , Gigli e vari Outlet, nonché alla miriade di lavoratori del commercio, lottano contro la prepotenza autoritaria di chi viola contratti diritti e dignità".
Marco Cordone che, come il Pdl non ha partecipato al voto sulla mozione di Rifondazione e si è astenuto su quella della maggioranza, rileva che "il Pd arriva alla contraddizione di votare contro una mozione di sostegno al I maggio. C'è grande confusione nella Sinistra".