FOIBE. CELLAI, TORSELLI E MASSAI SULL'INIZIATIVA ALLE OBLATE PER IL GIORNO DEL RICORDO
Gli esponenti del Pdl: "Che squallore: il 10 Febbraio celebrato da chi disconosce lo spirito della legge". Polemica sulla presentazione del libro di Pahor
“In occasione del Giorno del Ricordo 2011 alla presenza dello scrittore Boris Pahor, candidato nel 2009 al Nobel per la Letteratura, presentazione del libro "Piazza Oberdan". L'iniziativa è promossa dal Circolo Vie Nuove e la Biblioteca delle Oblate, con il patrocinio della Provincia di Firenze. "Questo - notano i consiglieri del Pdl Piergiuseppe Massai, in Provincia, e Cellai e Torselli, nel Comune di Firenze - è quanto si legge sul sito della biblioteca delle Oblate". Ecco, denunciano, cosa ne pensa Boris Pahor del Giorno del Ricordo istituito dalla legge, quando fu intervistato dal Corriere della Sera il 24 marzo 2010 : “La legge del ricordo risulta quindi nella sua essenza antieuropea, perché i giovani che si recano in pellegrinaggio alla foiba sanno solo dei 'sanguinari slavi', come si lesse nel comunicato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mentre non sono al corrente dei sanguinari fascisti che hanno preceduto di una quindicina d'anni quelli slavi. Non si crea quindi una relazione di equità e di amicizia tra vicini”. Ecco, riprendono i consiglieri, cosa scriveva il Corriere della Sera il 24 agosto 2010 a proposito dello scrittore: "E la questione delle foibe, ripescate da un’altra memoria? Secondo Pahor, tirare in ballo gli infoibati, vittime degli jugoslavi è un modo fuorviante di trattare la storia. 'Non lavano né annullano le atrocità commesse dai fascisti contro di noi anni prima' dice. 'Questa è la vera storia sconosciuta'". L’articolo citava proprio il libro che Pahor presenterà domani in questi termini: “Il primo a tradire la propria identità fu Wilhelm Oberdank, raffigurato nei libri di storia italiani come martire dell’irredentismo. Parola di Boris Pahor. In realtà - osserva – il patriota che fallì l’attentato all’Imperatore Francesco Giuseppe, incarcerato e impiccato, era un poveraccio. Figlio illegittimo di Josepha Maria Oberdank, slovena di Gorizia, si arruolò tra le file degli sfegatati nazionalisti, dopo che volle a tutti i costi italianizzarsi, tagliando la k al suo cognome”. La vera storia sconosciuta non è "dunque quella dell’esodo e delle foibe - riprendono Massai, Torselli e Cellai - e la legge del 10 febbraio minerebbe la coscienza europea ed i rapporti fra Italia e Slovenia, mentre
Guglielmo Oberdan è un poveraccio sfegatato nazionalista che si è voluto a tutti i costi italianizzare. Grazie alla Biblioteca delle Oblate e al circolo delle Vie nuove per la straordinaria opportunità che offre alla città attraverso la presentazione di questo libro. Celebrare il 10 Febbraio con le parole di chi disconosce lo spirito della legge. Interessante che una biblioteca comunale si faccia promotrice di un’iniziativa insieme ad un circolo notoriamente vicino al Pd e ad altre forze politiche di sinistra". "Grazie" alla Provincia di Firenze che non ha fatto mancare il patrocinio "ad un’iniziativa di così alto spessore culturale, dimostrando di aver perfettamente compreso ciò che serve per ricordare l’esodo dei nostri connazionali e la tragedia delle foibe. Una sola parola. Anzi due. Che squallore".