Regione Toscana
Cittą Metropolitana di Firenze

CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

Home Home > Comunicati stampa >  Comunicato stampa  

"NON VOGLIO SCEGLIERE FRA IL TACCO 12 E LE PENTOLE"
La consigliera Erica Franchi Pdl) e la manifestazione del 13 febbraio

La manifestazione del 13 febbraio sarà “l'ennesima occasione perduta dalle donne”. Sul tema, la consigliera provinciale del Pdl Erica Franchi, che è anche vicepresidente della Commissione per le Pari opportunità della Provincia di Firenze, ha sviluppato un intervento e creato un gruppo di confronto attraverso l'indirizzo mail notacco12nopentole@groups.facebook.com. Di seguito il testo integrale del suo intervento.

“La rivendicazione della parità di genere viene un'altra volta asservita, con la complicità di una parte delle donne stesse, esclusivamente all'utilità contingente di una fazione politica che mira esclusivamente a destabilizzare l'attuale maggioranza ed a perpetuare un modello di fare politica che da sempre è trasversalmente declinato al maschile (vedi a proposito l'avvilente appello delle studentesse e degli studenti su Repubblica.it, infarcito com'è di luoghi comuni e dell'onnipresente attacco a Berlusconi: avvilente per il contesto, perchè i ragazzi e le ragazze vengono strumentalizzati e leggono il gobbo che qualcun'altro ha scritto, perchè solo per questo vengono ospitati sul sito del quotidiano, con annessa pubblicità di una nota marca automobilistica, straniera naturalmente).
Mai come oggi, davanti a questa crisi, le donne avrebbero invece la possibilità di mostrare ciò che valgono, di rivendicare una parità di genere finora costantemente mutilata, compressa. Non sarà il tacco 12 a salvarci, ma nemmeno il clangore di pentole e mestoli che, in un contesto italiano e non nella Plaza de Majo di Buenos Aires, ci rimanda esclusivamente al ruolo in cui da sempre l'agiografia ci ha relegate: la casa, i figli, il focolare.
E' bene ricordare che fra la rappresentazione delle signorine in tacco 12 e quella delle massaie esiste una sintesi e quella sintesi sono le donne normali.
Noi donne, fiere del nostro genere, che cerchiamo di esplicitare le nostre potenzialità in tutti i campi, noi donne che ci conquistiamo ogni giorno, con il lavoro, con l'amore per i figli e per i nostri compagni di vita, il diritto al riconoscimento delle nostre specificità.
Dobbiamo volere quindi maggiori strumenti che ci consentano di dispiegare al massimo le nostre potenzialità e la nostra femminilità, le possibilità connaturate al nostro genere in modo che proprio le peculiarità che esso presenta ne siano esaltate: per questo dobbiamo impegnarci, per noi, non come invece il 13 febbraio molte di noi faranno: pro o contro questo o quel politico, maschio, ovviamente, a favore di altri politici, maschi, ovviamente.
Dobbiamo volere che la parità di genere sia diffusa in politica e nelle professioni, nel fare impresa, in famiglia dove nessun padre, compagno, amante ci deve poter impunemente coartare, terrorizzare, uccidere; nelle strade che devono essere sicure per tutti.
E poi sono stanca del fariseismo di chi proclamava negli anni '70 il libero amore ed ora sembra diventato/a un fervente sostenitore/sostenitrice dell'integralismo morale. Da "l'utero è mio e me lo gestisco io" alle pentole in piazza con incluso invito ai maschi consenzienti: non mi sembra un grande salto di qualità dell'emancipazione di genere.
Non sopporto il sopracciglio sollevato, il ditino levato in un gesto ammonitore, il sorrisino acido di questi moderni Robespierre  che usano la morale come strumento politico e come argomento per dare sfogo alla loro invidia, e che poi spesso nominano a segretarie, consigliere, assessori, le loro amanti.
E' molto peggio e molto più pericolosa la rimozione che costantemente costoro operano del loro passato e spesso del loro presente, che i peccati "presunti"  delle signorine tacco 12, figlie naturali di quelle che, appunto, urlavano "l'utero è mio e me lo gestisco io" e che lo hanno sostituito con un più moderno: "il corpo è mio e lo do a chi voglio io".
Non ci salverà questa nuova ondata di moralismo integralista dalla quale noi donne siamo sempre uscite, anche in passato, con le ossa rotte.
Non ci salveranno coloro i quali, nel nome di una  fallimentare idea di multiculturalità, non condannano l'integralismo, la poligamia, la sottomissione fisica e culturale delle donne, perchè forse, sotto sotto, la sperano, la rimpiangono, la invidiano e la desiderano.
Le gogne mediatiche di oggi sono, nella sostanza, identiche ai vecchi roghi degli Inquisitori medievali.
Tutto questo non ci darà maggiore rappresentanza, non ci darà maggiori opportunità sul lavoro, nella vita sociale, nella famiglia, non ci darà la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nè maggiori servizi, al contrario: ci ricaccerà sotto le lenzuola di un talamo non scelto da noi o dietro ai fornelli.
Molte di noi sono, ancora una volta, cadute nella trappola”.

11/02/2011 16.41
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze