A FIRENZE LA VOCE DEGLI SCRITTORI IN CARCERE
Lunedì 21 febbraio, alle 16.30, nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi (via Cavour 1), la presentazione di 'Parole di libertà'. Interviene Sebastiano Grasso, Presidente del Pen Club
Dietro le sbarre, nelle carceri nel mondo senza libertà, spesso vi sono scrittori. La voce di alcuni di loro, magari noti nei loro Paesi, non sempre ci raggiunge. 'Parole di libertà', edizioni Se, è un'antologia voluta dal Pen Club Italia, che queste voci le raccoglie e le fa sentire, in alcuni casi per la prima volta, o direttamente o attraverso loro colleghi più conosciuti. Il volume verrà presentato lunedì 21 febbraio, alle ore 16.30, nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze in via Cavour 1, da Sebastiano Grasso, presidente del Pen Club, Paolo Ciampi, Presidente dell'Associazione Stampa Toscana, da Michele Brancale e da Paola Lucarini che guida l'associazione 'Sguardo e sogno', all'origine dell'incontro nella sede della Provincia di Firenze. "La vita in prigionia è una lotta incessante contro la distruzione dell'anima - scrive l'intellettuale iraniano Ramin Jahanbegloo - C'è una strana interdipendenza fra la mancanza d'anima e il male. C'è metodo nella malvagità del male; cresce per gradi di distruzione dell'anima dell'altro. Lo scherzo maggiore che il male dell'isolamento possa fare a un prigioniero è convincerlo che il male non esista. Il male al massimo livello è quando diventa rispettabile e gestisce il rapporto fra le cose. Il male è l'autore della confusione". Tre le sezioni del libro, prefatto da Umberto Eco: 'Scrittura e potere' (con interventi di José Saramago, Adonis, Azar Nafisi, Ismail Kadare, Abdellatif Laabi); 'Persecuzione e prigionia' (Julia Dobrovolskaja, Nguyen Chi Tien, Ramin Johanbegloo, Jack Mapanje, Grigorij Pas'ko, Visar Zhiti, Zhou Qing, Angel Cuadra e Lydia Cacho); 'Esili e asili' (Hamid Skik, Easterine Kire Iralu, Younis Tawfik e Carlos A. Aguilera).