'AGILE' SI', "MA NON IL MINISTERO"
La situazione dell'azienda di Calenzano
Sulla situazione della 'Agile' di Calenzano erano state presentate due interrogazioni dai consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi e dal consigliere del Pd Giuseppe Carovani. L'assessore provinciale al Lavoro, che ha risposto nell'ultima seduta del Consiglio provinciale, ha ricostruito la vicenda. A fine ottobre i lavoratori hanno trovato lo stabilimento di Calenzano vuoto: tutte le attrezzature, su ordine dei commissari che da luglio seguono le sorti dell’azienda in crisi, sono state trasferite a Milano. Nessuno aveva avvisato i lavoratori e le organizzazioni sindacali di questa scelta: La sede di Calenzano ha "la maggior percentuale di lavoratori in attività e gli ordini non mancherebbero, ma con i macchinari dirottati verso la sede milanese il futuro è fortemente compromesso". Da qui, poi, lo stato di agitazione.
Il tribunale del lavoro di Roma ha confermato la sentenza di primo grado che ritiene antisindacale la cessione del settore Information Technology venduto al gruppo Omega adesso in evidenti difficoltà economiche tanto da mettere l’azienda in mano ai commissari.
I sindacati chiedono che il Ministero dello Sviluppo economico convochi immediatamente un tavolo per sviluppare un intervento istituzionale che dia prospettive a tutti i lavoratori delle società coinvolte. I sindacati hanno recentemente incontrato il consulente dei commissari ma per il momento non ci sono novità di nessun genere che possano far pensare ad uno sviluppo positivo della vicenda. L’ultimo incontro in Regione, al quale hanno partecipato sindacati e Istituzioni, si è tenuto il 20 gennaio scorso. I sindacati hanno fatto presente la preoccupazione per i 75 lavoratori coinvolti, soltanto in Toscana, oltre la metà dei quali in cassa integrazione, soprattutto dopo lo smantellamento della sede di Calenzano, e hanno segnalato la necessità pressante di una prospettiva che consenta di ricollocare almeno una parte dei lavoratori, anche attraverso percorsi di formazione. L’assessore ha assicurato che potrà essere fatto un intervento sulle situazioni di appalti di servizi in cui potrebbero eventualmente essere ricollocati alcuni lavoratori dell’azienda.
L’assessore regionale Simoncini si è inoltre impegnato ad inviare una lettera al ministro dello sviluppo economico per sollecitare la riapertura del tavolo nazionale sul caso. Oltre a questo, la Regione e le altre Istituzioni cercheranno con le altre Regioni interessate, di fare ulteriori pressioni per una soluzione che tenga conto della complessità e della portata nazionale della vicenda.
Per quanto riguarda la formazione, la Provincia di Firenze ha già incontrato le parti per concordare e condividere strumenti e percorsi utili all’azienda e ai lavoratori. Situazione fluida, dunque, ma monitorata da Provincia e Regione. "Manteniamo alta l’attenzione - commenta Calò - Pensavamo che si potesse verificare una ricomposizione della vertenza. Prendiamo atto che a livello locale e regionale rimane un tavolo istituzionale aperto per garantire un futuro ai lavoratori". "Credo che in una fase di questo tipo - ha detto per parte sua Carovani - con la latitanza del Ministero dello sviluppo che ha dimostrato di non seguire adeguatamente, sia importante continuare a incalzare perché si riaprano prospettive che diano un futuro a quest'azienda. Non si può perdere un pezzo produttivo così importante per il nostro territorio".