“SISTEMA SCOLASTICO E FEDERALISMO”, IL NODO NON È ANCORA SCIOLTO
L’Assessore Di Fede: “Sono le scuole stesse il vero perno della riforma. Non si può continuare a pensare che il tempo pieno sia di sinistra ed il tempo normale di destra”
Due sessioni di incontri per capire la scuola del domani, alla luce delle ultime riforme di stampo federale che sono andate ad incidere e modificare le autonomie scolastiche. Si è svolto nella giornata di oggi il seminario “Sistema scolastico e federalismo – Per sostenere l’autonomia scolastica ed attuare il Titolo V”, organizzato dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere e dal sindacato FLC Cgil.
L’incontro ha visto la partecipazione dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede, del Segretario nazionale FLC Cgil, Domenico Pantaleo, e del Segretario della Camera del Lavoro di Firenze, Mario Batistini. Mentre nella mattinata si è tenuto un tavolo tecnico alla presenza di Anna Maria Poggi, docente dell’Università di Torino, Raffaello Biancalani, Segretario FLC Cgil Toscana, Anna Maria Santoro, Segreteria nazionale FLC Cgil, ed Armando Catalano, Responsabile Nazionale dei Dirigenti Scolastici FLC Cgil.
Oggetto del seminario, la riforma in senso federale del sistema scolastico, iniziata con la legge 59 del 1997, che ha segnato il primo passo verso una scuola decentrata, stabilendo la valorizzazione del collegamento con le comunità locali.
“Il percorso intrapreso nel 1997 – ha sottolineato l’Assessore provinciale Di Fede – ha spostato il perno della riforma sulle scuole. Purtroppo però, il dibattito che si attiva intorno all’argomento è spesso influenzato da spinte di stampo politico che tendono ad allontanare l’effettiva realizzazione della riforma”.
A distanza di dieci anni dalla modifica del Titolo V della Costituzione (2001), quindi, la riforma non si è ancora sviluppata nella sua interezza, lasciando il mondo scolastico ed universitario in difficoltà. Basta pensare che, solo a livello strutturale, per adeguare gli edifici scolastici del centro sud alla media nazionale sarebbe necessario un investimento di 7 miliardi di euro (dati 2010).
Per quanto riguarda l’aspetto formativo, inoltre, gli standard europei prevedono, entro il 2020, il raggiungimento a livello nazionale del 3% del Pil destinato alla ricerca, un abbandono scolastico inferiore al 10% ed un numero di giovani diplomati pari al 40% della popolazione.
“L’attuazione della riforma – prosegue l’Assessore Di Fede – passa attraverso investimenti mirati, senza però dimenticare le carenze strutturali presenti, situazioni d’allarme ma non drammatiche, che coinvolgono larga parte delle strutture”.
Una condivisione di intenti che, come conclude Di Fede, “non è possibile immaginare in una scuola moderna, dove vive ancora l’idea di un tempo pieno di ‘sinistra’ ed un tempo normale di ‘destra’”.