PERETOLA E LA PIANA. BARDUCCI: "C'E' UN ORDINE DI PRIORITA'"
Il Presidente della Provincia: "Ragionevole la preoccupazione di alcuni amministratori. L'aeroporto è la tessera di un mosaico più grande"
Oggi il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, in apertura dei lavori del Consiglio provinciale, ha svolto una comunicazione sullo scalo fiorentino e le ipotesi che riguardano il suo sviluppo. Di seguito una nota del Presidente sul tema affrontato.
"È bene dire subito, a scanso di equivoci, che la discussione è una discussione seria, impegnativa, difficile: è stata ed è una discussione lacerante. Una questione che, non da ora, ha sempre rappresentato motivo di conflitto e di divisione, a testimonianza delle difficoltà di un’azione politica e amministrativa in quest’ambito.
L’accelerazione alla vicenda l’ha data l’adozione - prima passata dalla Giunta Regionale ed ora all’esame del Consiglio - della variante al PIT, il piano di indirizzo territoriale, che non ha il compito di individuare l’esatto posizionamento della pista, ma individua l’area nella quale è possibile riorganizzare o ri-orientare la pista dell’aeroporto.
Di questo, prima ancora che sui giornali, si è discusso in diversi incontri di natura politica e istituzionale che hanno caratterizzato le scorse settimane. Dall’esame delle carte del PIT emergono fondamentalmente due ipotesi: la prima prevede un orientamento della pista in senso parallelo rispetto alla A11, e l’altra, del cosiddetto adeguamento in sede, prevede una riorganizzazione dell’attuale tracciato.
Naturalmente vi sono pro e contro ad ogni soluzione, derivanti dalle opere infrastrutturali connesse (lo spostamento dell’uscita autostradale, il consolidamento del reticolo idraulico oppure l’interramento di una parte dell’A11), dalle traiettorie di decollo e di atterraggio degli aeromobili, dalle conseguenze rispetto alle preesistenti previsioni urbanistiche, dall’impatto sulla stessa popolazione che risiede in prossimità della zona.
Per questo la situazione ipotetica diventa una soluzione difficile, lacerante, ma sulla quale noi siamo chiamati a discutere ed esprimere delle valutazioni.
Penso che prima di arrivare a decidere sia importante tirare in ballo un’altra questione, che cambia di conseguenza la domanda da porsi. E cioè: cosa vogliamo noi dall’aeroporto Vespucci?
Sono convinto infatti della necessità di arrivare a un sistema unico di gestione degli aeroporti toscani, creando una governance unitaria che abbia il suo centro nei due scali di Pisa e Firenze, e che rispetto alle risorse disponibili organizzi al meglio il servizio di collegamento, per non creare doppioni o concorrenze inutili. Puntare sulla specializzazione e non sulla moltiplicazione insomma.
Su questo si può, ad esempio, valutare il possibile ingresso delle amministrazioni pubbliche nei cda dei due aeroporti, come avanzato da Rossi e da me condiviso pubblicamente.
Ma allora il nodo, purtroppo ancora non sciolto da ADF peraltro, resta sempre lo stesso: qual è il piano industriale per Peretola? Quali prestazioni gli si chiedono?
A questa domanda non ho avuto ancora risposta e penso che questo non faciliti la riflessione, ma penso che sia il punto da cui partire per capire cosa vogliamo e di cosa abbiamo davvero bisogno.
Dobbiamo dare un ordine di priorità e organizzare il nostro territorio secondo queste priorità.
Il termovalorizzatore penso, personalmente, sia la prima.
Non penso ci sia infatti la possibilità di smaltire i nostri rifiuti fuori area: sia per ragioni di compatibilità ambientale (i rifiuti si smaltiscono dove si producono) sia per una più bassa ragione economica (ci costerebbe troppo).
Appena emersa questa necessità fu fatta una VIS (Valutazione di impatto sanitario) per testare le condizioni di inserimento di questa infrastruttura in un’area già difficile visto l’estremo sviluppo urbanistico e il reticolo autostradale. L’esito dell’analisi fu la necessità di introdurre un elemento di mitigazione e riqualificazione, il Parco della Piana. Di questa necessità hanno tenuto conto gli strumenti urbanistici approvati dai comuni negli ultimi anni, di questo dobbiamo tener conto anche noi oggi.
È ragionevole quindi la preoccupazione di certi amministratori.
Penso, in sintesi, che dobbiamo pensare all’aeroporto come ad una tessera di un mosaico più grande, che è l’intero sistema delle infrastrutture, che merita assolutamente un supplemento in termini di approfondimento e riflessione.
E questo non vuol dire allungare i tempi, ma prendersi il tempo giusto per decidere cosa vogliamo fare del nostro territorio e del futuro della nostra comunità".