POLO UNIVERSITARIO SESTO FIORENTINO E LINEA 59
Rifondazione: "La soppressione non serve, mentre la 57 allunga tragitto e tempi di percorrenza"
Cittadini e lavoratori protestano per la soppressione della linea 59. La linea 57 proposta in sostituzione, attacca il gruppo provinciale di Rifondazione comunista, "allunga tragitto e tempi di percorrenza. Mancano le coincidenze con i treni". Si evidenzia così "la miopia di una politica dei trasporti che attacca il diritto alla mobilità dei residenti e lavoratori e spinge all’utilizzo del mezzo privato". I consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi esprimono sostegno alle richieste dei cittadini e lavoratori e chiedono una revisione complessiva dei tagli ai trasporti, perché "deve essere garantito il diritto alla mobilità e ad un equo sistema di protezione sociale".
Sulla questione, presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo:
"Causa la soppressione della linea 59 i cittadini, lavoratori e studenti che devono raggiungere il Polo Universitario protestano. La sostituzione della vecchia linea con quella proposta da Ataf con il N° 57 allunga notevolmente il tragitto, è tortuoso, sia sul versante fiorentino che su quello sestese e rispetto al precedente 59 che era in servizio fino al 5 marzo, studenti e lavoratori impiegano circa venti minuti in più.
In effetti il percorso del 57 è notevolmente allungato sia nell’area Fiorentina che Sestese: dalle vicinanze di viale XI agosto i bus fanno un giro complesso con fermate nei pressi del cimitero israelitico, della chiesa Regina della Pace, in via Artom, alla depositeria comunale per tornare quasi al punto di partenza. Sul Comune di Sesto il percorso, se prima il 59 imboccava via Madonna del Piano per arrivare direttamente al Cnr ora la linea 57 attraversa l'intera via Pasolini e via Lazzerini per giungere poi in via dell'Osmannoro e, finalmente, dentro il Polo Universitario.
Mancano le coincidenze con i treni alla stazione di Sesto e per confermare al miopia dei piani di trasporto pubblici, non è prevista una linea della tramvia dalla stazione di sesto al Polo Universitario, unica vera possibile soluzione di collegamento veloce e sostenibile per lo sviluppo di un Polo Universitario destinato ad attrarre grandi quantità di persone a tutte le ore.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nel confermare il proprio sostegno alle richieste avanzate dagli studenti e lavoratori del Polo Universitario di Sesto Fiorentino, contrari alla eliminazione della linea Ataf 59 dal loro territorio sostituita con una N°57 che non svolge un servizio all’altezza delle necessità, intesa come celerità e importanza del sito universitario, nel richiedere un ripensamento delle decisioni assunte da ATAF e dall’Amministrazione Provinciale al fine di salvaguardare il diritto alla mobilità e il sistema di protezione sociale invitano la Giunta ad onorare l’impegno assunto a difendere e riqualificare il Trasporto Pubblico nelle zone fortemente penalizzate dal punto di vista dei servizi e chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire e chiarire i motivi che hanno portato ATAF e la Provincia di Firenze a sostituire la linea 59 con la 57 aggravando i problemi di collegamento, coincidenza con i treni della Stazione di Sesto, allungando i tempi di percorrenza. Quale ruolo intende assumere l’Amministrazione Provinciale per le proprie competenze di fronte ad una scelta ritenuta dannosa e ingiusta verso la quale gli studenti cittadini e lavoratori hanno rivendicato un adeguato sistema di trasporto pubblico e una adeguata attenzione ai bisogni sociali considerando anche la peculiarità della zona in cui insiste un ambiente universitario che ha bisogno di orari diversificati in relazione al ruolo e alle attività svolte.. Se la Giunta Provinciale intende raccogliere l’appello dei cittadini, studenti e lavoratori incluso il nostro di mettere in cantiere un collegamento tramviario congiunto alle linee ferroviarie esistenti. Infine chiediamo di attivare un percorso partecipato con i cittadini che rivendicano la necessità di essere coinvolti nelle trasformazioni in atto al fine anche di non commettere, nelle valutazioni fatte a tavolino, errori che hanno una pesante ricaduta sociale".