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IL TRICOLORE PORTA FESTA NELLA PROVINCIA DI FIRENZE
Assemblea solenne in Palazzo Medici Riccardi per l'Unità d'Italia. Deposizione di una corona e poi l'esibizione degli sbandieratori

Consiglio solenne

Un Consiglio provinciale tricolore, festoso, con le coccarde e le bandiere, l'inno d'Italia cantato integralmente e trascritto su un fascicolo che ne riporta storia e spiegazione. L'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi ha festeggiato l'Italia unita con un Consiglio solenne, un invitato particolare, la storica Simonetta Soldani, che ha svolto una prolusione, quindi la deposizione di una corona in Piazza dell'Unità a Firenze e l'esibizione degli sbandieratori di Figline. Nella Sala IV Stagioni, tra l'altro, i gonfaloni e gli amministratori di Capraia e Limiti, Rufina, Signa.
"Essere con forza, con convinzione, fautori dell’Unità di Italia e del processo che ad essa ha portato e che grazie alla nascita dello Stato italiano si è venuto in qualche modo innescando - ha detto Soldani - non significa avere gli occhi chiusi rispetto a tutto ciò che non ha funzionato e che dovrà funzionare".
"Non abbiamo voluto fare una celebrazione retorica - spiega il Presidente del Consiglio provinciale David Ermini - Noi tutti insieme e nol nostro piccolo facciamo la storia: sono esistiti i grandi eroi, ma ognuno di noi partecipa alla storia collettiva che diventa la nostra storia. La vicenda del nostro Paese e la sua Carta Costituzionale ci dicono che sviluppo e benessere significano prima di tutto saper vivere insieme. Le divisioni sono sempre temporanee. Sottolineo il fatto che uguaglianza e libertà trovano un sigillo decisivo nell'articolo 2 della Costituzione che richiama la solidarietà e il lavoro". Il Presidente della Giunta Andrea Barducci ha sottolineato "la diffusa e convinta partecipazione che in questi giorni abbiamo avuto da parte di tanta gente, davvero larga, convinta, importante e sobria e che ha in qualche modo animato uno spirito nazionale per cui l'Italia, da questo anniversario, esce più forte: uno spirito che non è mai scivolato lungo la china pericolosa del nazionalismo: peraltro, laddove è capitato, non fa onore a chi lo ha fatto l'essersi alzato ed andare via durante l’inno nazionale. A costoro devo dire vergogna". "Celebriamo il 150° anniversario dell'Unità d'Italia - spiega il capogruppo del Pd Stefano Prosperi - sottolineando la connessione tra Risorgimento, unità del Paese, Resistenza e Costituzione. Cito il Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che nel Messaggio di fine anno agli italiani spiegò che 'proprio verso la metà del secolo, nel 1948, l'Italia, riconquistate le sue libertà e la sua dignità, seppe stipulare un patto nuovo fra tutti i suoi figli, la Costituzione repubblicana'. In quel patto è confluita tutta la nostra storia, con le sue lotte per la democrazia, per la giustizia, per l'unità della Patria. A testimonianza ed eredità del passato, a guida dello slancio verso il futuro".
Filippo Ciampolini, per il Pdl, trova "un traguardo importante quello che stiamo celebrando in questi giorni. Mi ha fatto riflettere una domanda di mia figlia Cecilia, sette anni, che mi ha chiesto: 'Quanti sono 150 anni?'. Ho spiegato che sono 50 anni in più rispetto a quelli della sua bisnonna che ne ha fatti cento poco fa. Cecilia mi ha chiesto : 'Perché l’Italia non è invecchiata tanto?'. Secoli di storia, millenni di cultura, pilastri fondanti della storia dell’umanità e noi celebriamo solo 150 anni dell’unità d’Italia. Pochini, se valutati nell’arco della nostra storia, troppi se pensiamo alle conquiste faticosamente raggiunte.
Una riflessione va a quelle donne, madri, mogli e fidanzate di quei tanti uomini che hanno offerto la loro vita per questo traguardo. Donne che nella perdita dei loro uomini hanno doppiamente sofferto, e i cui diritti sono stati riconosciuti con molta lentezza. I traguardi
si raggiungono solo se uniti, solo se le nostre peculiarità vengono condivise tanto da far si che le nostre diversità facciano davvero la differenza". Un pensiero particolare è stato rivolto da Ciampolini "a quelle donne e a quegli uomini che in questi giorni difficili, con serietà e professionalità, sono chiamati a rappresentare il nostro Paese nel contesto delle Risoluzioni delle Nazioni Unite".
"L’unità d’Italia - ha detto il capogruppo di Rifondazione comunista Andrea Calò - non è stata fatta solo da Garibaldi e Savoia ma soprattutto dal movimento operaio italiano e sindacale che ha costruito l'unità dei diritti, ha abolito le gabbie salariali, le differenze di retribuzione tra nord e sud, tra uomini e donne, che ha costruito la scuola media unificata, il Sistema Sanitario Nazionale e il sistema pensionistico unico, superando la frantumazione, i particolarismi, affermando diritti,l'uguaglianza e la giustizia e solidarietà sociale".
Questa unità sostanziale "viene oggi messa in discussione dagli attacchi di Marchionne e della Confindustria che vogliono distruggere il Contratto nazionale di lavoro. Non è solo la Lega a cercare di frantumare l’Italia con i suoi attacchi, rozzi, razzisti e xenofobi, ma tutti quelli che sostengono Marchionne e la Confindustria e che in nome della competitività perseguono deliberatamente la guerra tra i poveri". "Noi festeggiamo l'unità d'Italia - ha continuato Calò - amareggiati e indignati dalla nuova partecipazione del nostro Paese ad una guerra che calpesta l'articolo 11 della nostra Carta, contribuendo con aerei con la bandiera italiana a seminare morte e distruzione. Per questo motivo oggi, in segno di protesta, non sventoleremo un tricolore insanguinato ma la bandiera arcobaleno della pace".
Federico Tondi, per l'Udc, ha appuntato il suo intervento sul processo risorgimentale "da non vedere come momento di divisione: non badiamo troppo a chi non è presente nelle aule a festeggiare, a chi non si alza in piedi e canta l’inno di Mameli, perché queste persone oggi fanno la figura delle campane stonate all’interno di una melodia meravigliosa. Spero che la classe politica sappia garantire al nostro popolo, alla nostra nazione, altri secoli da fegeggiare". L'Unità d'Italia, osserva Andrea Cantini (Idv) "deve essere rammentata di continuo, ogni anno, unendo la festa del 17 marzo con il 25 aprile oppure con il 2 giugno. E' significativo il malessere che attraversa i sostenitori di quanti non hann voluto unirsi a questa celebrazione. Questo nostro Paese ha mostrato una spina dorsale che ha retto nonostante due guerre mondiali e il fascismo. Il nostro Paese ha quasi debellato l’analfabetismo".
I Presidenti di Consiglio provinciale e Giunta hanno fatto dono alla Prof. Soldani di un mazzo di fiori tricolore.

21/03/2011 16.48
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze