BOEHRINGER, IL PUNTO IN PROVINCIA
Ricostruita la situazione dello stabilimento dall'assessore al Lavoro Simoni. Calò (Rifondazione): "Temiamo delocalizzazioni"
La vicenda della Boehringher è lunga e complicata, che ha interessato molte volte il Consiglio Provinciale. Se ne è parlato nell'ultima seduta dell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi, quando l'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni ha risposto a una domanda d'attualità dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi. Nell'accordo che è stato sottoscritto per lo stabilimento, la data del 2012 è stata concordata e fortemente voluta dalle organizzazioni sindacali per dare un margine maggiore alle lavoratrici e ai lavoratori per una loro eventuale ricollocazione nel mercato del lavoro, presumendo che a quella data le condizioni economiche complessive saranno migliori delle attuali. Già due lavoratori sono usciti volontariamente dall'azienda perché hanno trovato un'altra collocazione. Inoltre ci sono alcuni canali aperti che lasciano intravedere alcune opportunità. In particolare: poiché dal 2008, quasi 30 persone di Boeringher sono passate all'Istituto De Angeli, i sindacati stanno cercando di far prevedere nel nuovo piano industriale dell'istituto, che dovrebbe essere presentato prima dell'estate, un possibile assorbimento di risorse umane da Boeringher (in questo caso si tratterebbe di cambiare le mansioni dei lavoratori e quindi sarebbe un percorso comunque da costruire). Nell'accordo sottoscritto dalle parti, è previsto che, a totale carico della Boeringher, i lavoratori siano sostenuti nella loro eventuale uscita dall'azienda da una società specializzata in collocamento e facilitazione di incontro tra domanda e offerta di lavoro. I sindacati stanno cercando di ragionare con l'azienda per tentare di allungare i contratti aumentando anche la produzione, in modo tale da creare qualche prospettiva positiva per i lavoratori ed il territorio. Ad oggi, la Provincia di Firenze, non ha ricevuto richieste di convocazione del tavolo dell'Unità di crisi. Tuttavia se i sindacati e l'azienda ne richiedessero l'intervento, la Provincia si renderebbe disponibile.
"Noi - ha replicato per Rifondazione Andrea Calò - siamo fortemente contrari alle delocalizzazioni e a tutto ciò che le prefigura. Nostre concittadine sono dovute andare a Milano per poter continuare a lavorare. E' verco che è stato sottoscritto un accordo sindacale, ma non ha certo portato euforia. Non sarà il caso che il Comune di Reggello, primo fra tutti, la Regione e la Provincia interpretino quello che sta accadendo su questo versante del teritorio?. Penso che al di là di quelli che sono i rispettivi ambiti di intervento, la crisi arriva e, nonostante tenga l'Istituto De Angeli, non regge l'insieme del territorio. Pur riconoscendo che i sindacati hanno fato il loro lavoro, sosteniamo che ci vogliono strumenti per fermare le delocalizzazioni sulla pelle dei lavoratori".