LA PROVINCIA UNANIME A DIFESA DELL'ISTITUTO DEI CIECHI NICOLODI
Approvata una mozione dall'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi. "Salvare la figura di massofisioterapista"
Istituto dei ciechi Nicolodi e formazione professionale. Con una mozione approvata all'unanimità in Consiglio provinciale, elaborata nelle Commissioni Pubblica istruzione e Lavoro della Provincia di Firenze e firmata dai due Presidenti Alessandro Cresci ed Andrea Calò (che l'ha illustrata oggi all'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi), si chiede alla Giunta provinciale di proseguire l'azione intrapresa con la Regione Toscana e gli Assessorati alla Scuola, Università, Ricerca al Diritto alla Salute e alla Formazione Professionale "per individuare un percorso professionale che tenga conto della specificità dei non vedenti per una qualifica che comprenda le mansioni ex massofisioterapista". La figura di massofisioterapista operante nell’ambito sanitario "è attualmente spendibile nel mondo del lavoro". Impensabile per chi è affetto "da minorazione visiva togliere una delle pochissime possibilità di inserimento lavorativo, dato che non vi sono molte altre possibilità di inserimento professionale per chi è affetto da questa disabilità". Con la mozione si invita anche il Governo ed il Ministero della Pubblica Istruzione "ad impegnarsi affinché l’ Istituto di Firenze sia reinserito come professionale pubblico, al fine di consentire la prosecuzione dell'attività ed ottenere in prospettiva anche diplomi quinquennali per una figura sanitaria ancora da definire, e che dia ai non vedenti la possibilità di accedere al percorso universitario".
Sulla questione erano state presentate tre domande d'attualità rispettivamente di Pd, Lega Nord e Rifondazione comunista e Lega Nord, alle quali aveva risposto in Consiglio provinciale l'assessore alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede. "Siamo dalla parte dei ragazzi e della scuola che chiede attenzione e la soluzione di questo problema", commenta l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede. Critiche da Leonardo Brunetti (Pd) erano venute al "processo di riordino frettoloso basato su un principio di semplificazione che alla fine ha creato anche situazioni veramente drammatiche. A questo va aggiunto che il passaggio dei professionali a corso quinquennale sicuramente ha creato enormi problemi. Il diploma di qualifica professionale triennale era una possibilità a cui molto studenti avevano guardato in questi anni e poteva dare risposte nel caso del Nicolodi". Marco Cordone (Lega Nord) ha osservato che "togliendo la professione di massofisioterapista dall'ambito sanitario e disattendendo i decreti ministeriali 105 del 1997 sulla pubblica istruzione e quello del 10 luglio 1998 del ministero della Sanità, i non vedenti vengono tagliati fuori dalla possibilità di inserimento lavorativo". Per questi motivi "ho firmato la petazione degli studenti ed ex studenti. Sono legato anche affettivamente all'istituto perché una mia congiunta vi è stata dipendente. L'istituto è anche un luogo storico importante. Qui stazione l'VIII armata inglese del generale Montgomery. Ma soprattutto Firenze ha una tradizione seria di sensibilità e promozione nei riguardi dei non vedenti che va tutelata, sostenuta e potenziata. Alcuni provvedimenti del Governo possono essere rivisti".
"Rimango colpito - ha detto Andrea Calò (Rifondazione comunista) - quando vedo che il Centrodestra continua a perorare cause per situazioni di cui è il principale responsabile: lo spegnimento di un luogo dove si potevano imparare professioni, come nel caso dell’Istituto Nicolodi, ha un nome e un cognome: il Governo. In sostanza la riforma Gelmini ha escluso il corso triennale per massofisioterapista offerto dall’Istituto Nicolodi. Ma al danno si è aggiunta la beffa. Non venga cancellata un’esperienza radicata sul territorio, danneggiando e mortificando le persone non vedenti e ipovedenti, relegandole su un versante, sul quale essi stessi dichiarano di non voler andare, nel quale vengono delusi come soggetti sociali".
Erica Franchi (Pdl) mette in luce come "il punto di incontro sia stato trovato in commissione. Quando questo avviene per un interesse superiore dobbiamo rallegrarci e sostenere le istanze rappresentate". Loretta Lazzeri (Pd) vede nella mozione "un documento che ci vede impegnati ciascuno per la sua parte. Quando gli obiettivi sono chiari si trovano le mediazioni importanti da portare avanti, ciascuno per la sua parte".