MOSCHEA FIRENZE, APPROVATA MOZIONE IN PROVINCIA
Documento di Tondi (Udc), emendato da Pd. "Intervenire presso i Comuni per affrontare in modo positivo i problemi"
Il Consiglio e la Giunta provinciali di Firenze si devono impegnare a farsi promotori di una iniziativa presso i Comuni, affinché il tema dei luoghi di culto per i cittadini di fede musulmana "venga affrontato in modo positivo nel pieno rispetto della Costituzione italiana, coinvolgendo anche le diverse confessioni religiose, a partire da quella cattolica, per affermare pienamente il diritto dei cittadini di professare liberamente la propria fede religiosa". E' il dispositivo di una mozione presentata dal capogruppo Udc Federico Tondi, poi emendata dal Pd, che è stata approvata a maggioranza dal Consiglio provinciale di Firenze con i voti favorevoli di Udc, Pd, Idv, Prc e Sel e il voto contrario di Pdl e Lega Nord. La mozione valuta positivamente "le affermazioni dell'arcivescovo di Firenze Mons. Betori secondo cui la questione è da intendere in maniera non ideologica ma tenendo conto delle effettive necessità dei fedeli dell'Islam che non hanno bisogno di un edificio religioso unico come la moschea ma di più luoghi di culto sul territorio". La mozione richiama l'esperienza positiva del Comune di Greve che ha concesso alla comunità musulmana una sala della struttura polivalente in uso per due giorni alla settimana, come avviene per altre associazioni locali. Respinto a maggioranza, con l'astensione di Marco Cordone della Lega Nord, un emendamento del Pdl, illustrato dalla consigliera Erica Franchi e poi presentato come documento autonomo, che invitava, tra l'altro, a prendere atto che "l'attuazione del diritto alla libertà di culto a livello locale non può prescindere dalla preminente competenza dello Stato" e impegnava Consiglio e Giunta a "a farsi promotori presso i rappresentanti dello Stato a livello locale, affinché venga affrontato il problema dei luoghi di culto da destinarsi ad associazioni islamiche non riconosciute da specifiche intese a livello statale, concertando tali interventi con il Ministero degli Interni, attraverso la Consulta per l'Islam italiano".