DETENUTI, LA PROVINCIA PER IL GARANTE REGIONALE
"I bambini da zero a tre anni devono crescere con le madri in strutture protette". Mozione approvata da tutti i gruppi dell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi. La Lega dice no
Carceri di Firenze e della Toscana. Sovraffollamento, carenza di risorse e personale, degrado strutturale e poi quegli ostacoli che, nonostante i percorsi avviati dalla Regione Toscana, ancora non permettono alle madri e ai loro piccoli, di età compresa tra zero e tre anni, di scontare la pena detentiva in un luogo diverso dal carcere, nonché ad istituire le case famiglia protette, al di fuori delle strutture penitenziarie. La Provincia di Firenze è stata impegnata dal Consiglio di Palazzo Medici Riccardi a favorire la nomina a livello regionale del Garante dei diritti dei detenuti, un soggetto che coordini i garanti comunlai nei rapporti con la magistratura di sorveglianza, in modo da difendere i diritti dei detenuti. Con uan mozione elaborata in Commissione Lavoro e Politiche sociali, illustrata dal Presidente Andrea Calò e approvata da tutti i gruppi del Consiglio tranne la Lega Nord, si chiede che il garante regionale verifichi l'applicazione e la concessione di misure alternative alla detenzione e ribadisca la necessità di un intervento rispetto alle diffuse situazioni di difficoltà del sistema carcerario "che non possono essere risolta in via giudiziaria". Compito fondante "è assumere ogni iniziativa voilta a verificare che ai soggetti privati della libertà personale siano erogate le prestazione che garantiscano il diritto alla salute, ricevere corrispondenza dai detenuti che vogliano ricorrervi, visitare anche senza preavviso le strutture carcerarie, anche al fine di compiere atti giuridici". A settembre sarà convocato un Consiglio provinciale straordinario e aperto sulla situazione delle carceri nella Provincia di Firenze.
"Abbiamo voluto richiamare la legge per la figura del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale - ha spiegato il Presidente della Commissione Andrea Calò - Prendiamo atto che la Camera penale di Firenze ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare la mancata attuazione dopo 18 mesi della Legge regionale". Marco Cordone (Lega Nord) ha sottolineato la sua contrarietà alla mozione: "Se si istituisce il garante dei diritti dei detenuti, andrebbe istituito il garante delle vittime della criminalità. Le priorità in questo momento sono altre". Per Federico Tondi (Udc) "i carcerati sono in primo luogo degli esseri umani e delle persone che hanno sbagliato e che stanno pagando il prezzo degli errori nelle strutture carcerarie. Garantire diritti fondamentali non fa torto alle vittime: sono problemi speculari e per certi versi collegati". Massimo Lensi (Pdl) ha rimarcato una "semplicità" irrisolta: c'è una legge regionale inattuata da 18 mesi. Si può e si deve operare per "aprire il trattamento rieducativo e di reinserimento nella società". Il "pianeta carceri" non è composto solo dai detenuti, tra i quali è aumentato il numero dei suicidi. Ma in corrispondenza è aumentato anche il numero di suicidi nella polizia penitenziaria. È un sistema "complessivamente in crisi". "Questa mozione - ha osservato Loretta Lazzeri (Pd) - puntalizza e sollecita in modo importante la nomina del garante regionale per passare a una fase propositiva di risoluzione dei problemi. Le condizioni di vita nelle carceri devono essere umane e ordinate al recupero e al reinserimento. Punto qualificante è poter garantire una crescita serena dei bambini da zero a tre anni ,con le madri, in strutture protette". Intanto "cominciamo a far sì che chi ha la responsabilità di mettere in piedi delle strutture alternative per trovare le soluzioni di tutti i giorni se le assuma".