ACQUA BENE PUBBLICO, "SERVIZIO IDRICO ESSENZIALE"
Con una mozione Rifondazione chiede alla Provincia di modificare lo Statuto tenendo conto dell'esito del referendum
Attuazione "della volontà popolare" espressa dal voto referendario del 12-13 giugno 2011. Rifondazione comunista, con una mozione che è stata presentata in Consiglio provinciale da Andrea Calò e Lorenzo Verdi, chiede la "ripubblicizzazione dei servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa". Nella mozione si chiede anche una modifica dello Statuto provinciale per riconoscere l'acqua come bene comune. Di seguito il testo della mozione.
"Il Consiglio Provinciale di Firenze, premesso che l'acqua e un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;
con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione
dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si e progressivamente affermata a livello mondiale;
il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione antropica può esaurirsi: e quindi è responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;
la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni piu povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;
il principio dell'accesso all'acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, e stato, altresì, recentemente ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);
Considerato che l'esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l'abrogazione sia dell'articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni,
sia del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152;
una larga maggioranza di cittadini ha espresso una chiara volontà di fermare la privatizzazione dell’acqua, non consegnando al mercato la gestione dei principali servizi pubblici locali impedendo così di fare profitti sull’acqua evidenziato che sussistono, pertanto, le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici;
è opportuno introdurre nello Statuto Provinciale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;
evidenziato che il Consiglio di Stato con una sentenza del 2010 ha affermato che gli Enti Locali possono decidere sulla natura del servizio pubblico locale, di cui sono titolari, e dunque sulla loro gestione;
considerato infine che l'Amministrazione Provinciale condivide sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale del Forum dei movimenti per l'acqua, che coinvolge un sempre maggiore numero di enti locali in tutto il Paese, e ritiene opportuno, anche in relazione all'assetto costituzionale, sviluppare un'azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, che superi il modello di gestione mediante affidamento a soggetto giuridico privato nella forma di s.p.a. a totale capitale pubblico con unico azionista e ha come obiettivo la realizzazione di un modello di gestione pubblica-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico;
ritenuto che sia necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dell'acqua come bene comune;
sia opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
che uno degli obiettivi e rendere la società di gestione del servizio idrico un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza,trasparenza e partecipazione;
ciò premesso il Consiglio Provinciale di Firenze fa propri i seguenti principi:
•l'acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
•la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
impegna la Giunta provinciale a predisporre le necessarie modifiche statutarie per la definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;
a promuovere ogni iniziativa, per quanto di sua competenza, per sostenere e mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché l’acqua rimanga un bene comune e l’accesso all’acqua potabile venga garantito in quanto diritto umano fondamentale, universale, degno di protezione giuridica e, conseguentemente, il Servizio Idrico Integrato venga mantenuto nella sfera del diritto pubblico".