SEVES, RIFONDAZIONE: "COMPORTAMENTI DELLA PROPRIETA' DA CHIARIRE"
Calò: "Allarme su possibile delocalizzazione"
Seves. L’Unione Sindacale di Base denuncia presunte pressioni psicologiche nei confronti di un lavoratore invalido, da tre anni in cassa integrazione a rotazione e invitato ad andarsene e lancia l’allarme di una possibile delocalizzazione. Allarme raccolto dal gruppo provinciale di Rifondazione Comunista che chiede che "sia fatta luce sul comportamento assunto dalla proprietà e sul rispetto degli impegni sottoscritti". Alla Provincia di Firenze viene chiesto il risultato delle verifiche effettuate nei confronti di Seves in materia di esuberi e di ammortizzatori sociali, "riferendo le intenzioni della proprietà in materia di mantenimento delle attività produttive e salvaguardia dei livelli occupazionali". Sulla vicenda i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato una domanda di attualità. Di seguito il testo.
"Seves: l’Unione Sindacale di Base denuncia presunte pressioni psicologiche nei confronti di un lavoratore invalido, da tre anni in cassa integrazione a rotazione e invitato ad andarsene .
Tutto sarebbe accaduto a maggio quando il lavoratore dichiara di essere “…stato convocato dai delegati sindacali delle Rsu. Sono stati loro ad informarmi di essere nella lista nera degli esuberi, consigliandomi l'accordo con l'azienda, con un buonuscita di circa 10 mila euro…”
La normativa non escluderebbe la possibilità di mettere in mobilità lavoratori svantaggiati, specie in situazioni di crisi come quella che sta vivendo la Seves. Solo che le priorità per gli esuberi sarebbero legate alle esigenze tecnico-produttive ed organizzative o a criteri dettati da carichi di famiglia e anzianità di servizio.
La vicenda del lavoratore è stata presa in carico dal sindacato Usb: "…Seves non ha reso noto l'elenco degli esuberi con relative motivazioni come stabilito da contratto nazionale del lavoro - dice Leonardo Bolognini dell'Usb - senza averlo fatto non si possono mandare via i lavoratori…” “…Così come nessuna comunicazione per la mobilità è stata fatta, secondo ciò che mi hanno direttamente confermato dall'ufficio provinciale del lavoro…".
E fra le anomalie l’USB rimarca anche quella relativa al fatto che “…siano stati gli stessi sindacati ad informare il lavoratore della soluzione prospettata…”: "…Stanno facendo pressioni psicologiche su di lui - denuncia il sindacato: le Rsu sanno chi andrà via? E' grave che l'azienda non informi la persona direttamente e usi come portavoce i delegati sindacali. Perché l'azienda si rifiuta di ricevere l’USB come rappresentante di un nostro iscritto…".
Parole che gettano un ombra in più sul destino della fabbrica, già più volta salita alla ribalta delle cronache per vicende
non proprio allegre.
Nel merito è bene ricordare che il 25 gennaio scorso fu firmato il verbale di accordo con il quale si chiudeva la procedura di mobilità aperta dalla Seves per 45 lavoratori. L’azienda in quel momento usufruiva di una cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione sino al 31 agosto 2011. L’Assessore Provinciale al Lavoro rispondendo ad una nostra interrogazione precisò il 18 maggio 2011 in Consiglio Provinciale i punti salienti dell’accordo così come riportato “ …collocazione in lista di mobilità con il criterio della volontarietà. Ad oggi sono stati individuati 21 volontari (16 pensionandi e 5 volontari puri che hanno trovato nuova collocazione); nell'accordo è stato previsto un incentivo all'esodo (15.000 euro a coloro che hanno manifestato la volontà di non opporsi al licenziamento entro il 15 Marzo; 10.000 euro a coloro che manifestano la volontà di non opporsi al licenziamento entro Giugno 2011;5.000 a coloro che non si opporranno al licenziamento entro il 31 Dicembre 2011). E' stato previsto anche un incentivo all'esodo per i pensionandi pari all'80% della differenza fra lo stipendio mensile(comprensivo del salario accessorio) e l'indennità di mobilità erogata dall'Inps fino ad un tetto minimo di 15.000 euro ed un massimo di 20.000 euro. Al fine di tenere sempre monitorata la situazione la Provincia ha fatto inserire nell'accordo la decisione di effettuare una prima verifica a giugno 2011. In quella data si farà il punto sulla gestione degli esuberi e sopratutto sulla Cassa Integrazione visto che le possibilità di proroga da parte del Ministero sono nulle….”
L’USB commenta così: “… la vicenda della della Seves ricorda un po' quella già vissute per l'Isi di Scandicci, salvata con una soluzione tampone ma non strutturale, con i problemi che inevitabilmente continuano a riaffiorare, per i lavoratori e per l'azienda stessa, la dirigenza vuole diminuire ancora il personale dopo che già ha usufruito dei fondi pubblici per la cassa integrazione. Ma la Seves non era in crisi, hanno fatto di tutto per delocalizzare la produzione...Utilizzano soldi pubblici, ma in realtà intendono smobilitare…"
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista in relazione ha quanto dichiarato dal sindacato USB in merito a presunte pressioni psicologiche verso un lavoratore invalido affinché il medesimo accetti di andarsene dalla Seves e in relazione al fatto che secondo quanto affermato dal sindacato di base “l’azienda non ha reso noto l'elenco degli esuberi con relative motivazioni come stabilito da contratto nazionale del lavoro “ e in considerazione del fatto che l’Assessore Provinciale al Lavoro ha dichiarato che nell’accordo sottoscritto con l’azienda sulla procedura di mobilità sarebbe stata attivata una prima verifica a giugno 2011 chiediamo al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente qaunto sta avvenendo in Seves, se corrispondono a vero le presunte pressioni sopra denunciate su un lavoratore invalido invitato ad accettare la buona uscita. Altresì chiediamo di sapere se la proprietà sta rispettando le procedure previste dal CCNL in materia di esuberi. Infine chiediamo di sapere gli esiti delle verifiche previste nel protocollo della Provincia di Firenze in materia di esuberi e di cassa integrazione nonché l’intenzioni della proprietà in materia di mantenimento delle attività produttive e salvaguardia dei livelli occupazionali".