LIBERAZIONE DI FIRENZE, DI FEDE: "UNA VICENDA STORICA COMPLESSA CHE ANCORA OGGI RIACCENDE POLEMICHE, SPESSO INUTILI”
L'Assessore provinciale domani alla cerimonia: "Occorre ritrovare lo spirito unitario che al di là delle appartenenze, cattolici o non cattolici, comunisti o non comunisti, ci liberò dal nazifascismo”
“La liberazione di Firenze fu una vicenda complicata, non solo da un punto di vista militare. Le incertezze delle truppe alleate e i convulsi movimenti delle formazioni partigiane fuori e dentro la città, il tiro dei cecchini, i momenti di tensioni per il tentativo di disarmo degli uomini insorti, rappresentano pagine di storia che nella loro complessità rivivono anche nelle polemiche di oggi, spesso inopportune e inutili”. Con queste parole Giovanni Di Fede, assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, dà notizia della sua partecipazione in rappresentanza della Provincia di Firenze, alla cerimonia che si volgerà domani per il 67° anniversario per la liberazione di Firenze.
“Accanto al suono della Martinella di Palazzo Vecchio – aggiunge Di Fede - credo si possano ricordare altri suoni e altri immagini che simboleggiano quei giorni drammatici ed esaltanti. Ad esempio il suono dei pifferi della banda scozzese che, accanto alla delegazione di alti ufficiali alleati, accompagna il corteo funebre di Aligi Barducci, preceduto da un’asta su cui sventolano i resti della camicia rossa insanguinata del comandante Potente. Nella complessità, nelle tensioni e nelle polemiche di quei giorni, quella cerimonia funebre fu un momento unificante che ebbe il suo sigillo nella partecipazioni dei fiorentini accorsi in massa, nonostante gli spari e le cannonate, a dare l’ultimo saluto al Comandante”.
“Credo che ancora oggi – conclude Di Fede – ci sia la necessità di ritrovare quello spirito unificante, come ha ricordato in questi giorni attraverso la stampa l’ANPI con il suo Presidente Silvano Sarti ed insieme a lui il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Ivano Tognarini. Non si deve scordare che Firenze fu la prima delle città a liberarsi da sola dal fascismo, non ci fu una fazione in rivolta ma tutto un popolo unito. Questo è l’esempio di una città intera che con orgoglio si ribella e si libera. Fu quella forza che, al di là delle appartenenze, cattolici o non cattolici, comunisti o non comunisti, servì a liberare il Paese dalla schiavitù nazifascista”.