NO ALL’ABOLIZIONE DELLE PREFERENZE NELLA LEGGE ELETTORALE DELLA REGIONE
In Consiglio Provinciale dibattito sullo Statuto regionale
(24 febbraio 2004) – Dibattito in Provincia sulla mozione del capogruppo Udc Corsinovi contro l’abolizione delle preferenze nella nuova legge elettorale regionale: “La mia parte politica – ha spiegato Corsinovi – si è schierata, fin dall’inizio contro l’abolizione dell’attuale sistema delle preferenze. Nella crisi di credibilità complessiva che hanno le istituzioni credo sia opportuno un ritorno ad un rapporto diretto tra cittadini ed eletti, tra cittadini ed istituzioni, tra cittadini e politica e questa proposta di abolizione della preferenza mi lascia perplesso e preoccupa l’unione dei democratici cristiani. Altra riflessione, la proposta di aumentare in modo rilevante il numero dei componenti del Consiglio Regionale visto che i giochi non sono ancora fatti credo che la Provincia di Firenze debba dare un contributo al dibattito”. La mozione proseguirà il suo iter in Prima Commissione per un approfondito esame ma molti consiglieri hanno espresso un primo commento. Per Targetti (Prc) il problema è soprattutto lo Statuto “Anche se l’abolizione delle preferenze toglie uno strumento agli elettori per scegliere, all’interno di una squadra e su dei programmi, le persone da eleggere”. Anche Vignoli (Ppi-Margherita) ha ribadito di essere per il mantenimento delle preferenze “ma siamo anche contrari all’aumento dei consiglieri”. Per Nistri (An) è vero che il voto di preferenza è stato in passato fonte di corruzione: “Ma oggi, la preferenza secca è molto meno identificabile. E questo è un dato fondamentale”. Matteoli (Ds) ha espresso alcune divergenze rispetto alla linea dei Democratici di Sinistra a livello regionale che hanno proposto l’abolizione del voto di preferenza con collegi plurinominali: “Se si vuole abolire il voto di preferenza si deve necessariamente andare ad un sistema di collegi uninominali. Il candidato, in collegi piccoli, dove è conosciuto se lo ritengo valido lo voto, se non è valido non lo voto, il partito lo scelgo, non ci sono preferenze ma, come cittadino, ho la possibilità di esprimere la mia idea in modo diretto”. Contrario anche Filippini (FI): “Il problema non è preferenza sì o no. Il principio da tenere presente è la rappresentatività. Non si possono fare elezioni che non garantiscono un’adeguata rappresentanza in Consiglio regionale”. Panerai (Ds) ha spiegato che con l’abolizione delle preferenze “occorre trovare nuovi strumenti per la selezione dei candidati ed uno di questi potrebbe essere lo svolgimento di elezioni primarie”. Per D’Amico (Prc) ci sono delle questioni da porre: “E’ più importante l’abolizione del voto di preferenza o fare in modo che i cittadini partecipino alle elezioni. Per noi è più importante la partecipazione. Occorre far partecipare maggiormente i cittadini sulle questioni importanti della politica”. Per Cantini (Misto-Riformisti) l’abolizione delle preferenze è una forma repressiva di democrazia partecipativa: “Si rischia di cancellare la politica dalla società civile”. Contrario all’abolizione del voto di preferenza anche De Luca (Democratici-Margherita): “Si allontanano così gli elettori. Il voto di preferenza è uno delle massime espressioni della democrazia. Il Consiglio Provinciale deve incitare il Consiglio Regionale ad approvare uno statuto dove si rispetti la democrazia”.