Non-profit in provincia di Firenze
RESTITUIRE LA VISTA AD UN RAGAZZO ETIOPE
L'incredibile catena internazionale di solidarietà partita la scorsa estate grazie all'Unione ciechi di Firenze
Quando si dice l'unione fa la forza. E' una bella storia di solidarietà quella che racconta la sezione fiorentina dell'Unione italiana ciechi. «Organizzare un intervento capace di restituire la vista ad un giovane etiope, orfano di guerra, è un'esperienza indimenticabile soprattutto per chi, come me, non potrà mai avere il dono della vista», la premessa del presidente provinciale Uic Antonio Quatraro, che stamani, nella clinica oculistica universitaria di Careggi, ha voluto rendere pubblica la vicenda che ha per protagonista Markos Petros Michael, un giovane ipovedente nato nel 1994 in un villaggio dell'Etiopia settentrionale, dove le guerre purtroppo sono di casa. «Per noi ' ha aggiunto Quatraro, - si tratta di un'occasione preziosa per ringraziare chi ha scommesso con noi: il Comune di Firenze, la Regione Toscana, la Crocerossa Italiana, la clinica universitaria di Careggi, i volontari dell'Univoc e l'ambasciata italiana di Addis Abeba».
Alla conferenza hanno partecipato, oltre a Quatraro, il direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria di Careggi Valter Giovannini, il professor Ugo Menchini, primario della clinica oculistica universitaria di Careggi e Markos Petros Michael.
Tutto è iniziato quando, la scorsa estate, Markos ha partecipato al campo internazionale "Tecnologia e inclusione", organizzato a Firenze dall'Uic. Fu in quei giorni che la direttrice della scuola tedesca, accompagnatrice di Markos, chiese se era possibile organizzare una visita oculistica per questo ragazzo così sfortunato. Detto fatto: due giorni dopo Markos fu visitato dalla équipe del professor Menchini, la quale valutò che un trapianto di cornea poteva restituirgli almeno la vista. «Non dimenticherò mai quando Markos, durante la festa finale del campus, mi chiese se potevo fare qualcosa per lui. Me lo domandò sommessamente, senza insistere, come fanno quei poveri che sanno di avere come unica proprietà privata la loro dignità di persona», le parole di Quatraro. Che quel giorno promise che avrebbe fatto il possibile per ottenere il trapianto. Da lì è partita quella catena internazionale di solidarietà che s'è messa in moto per dare una speranza a Markos il quale, accolto dalla scuola evangelica tedesca di Addis Abeba, sta terminando gli studi superiori con buoni risultati.
«Il primo nodo, quello relativo alle spese di viaggio, è stato sciolto dalla scuola di Addis Abeba», racconta il presidente, che grazie al professor Menchini è stato poi messo in contatto con Ngoy Kipa dell'ufficio cooperazione internazionale di Careggi.
Una prima porta aperta, che in breve tempo ne riesce ad aprire un'altra. È quella della Regione Toscana, che ha finanziato l'intervento. A quel punto non resta che concordare la data dell'operazione, il 12 gennaio, e attivare la procedura di prenotazione dell'organo. Grazie all'assessore Di Giorgi, poi, ecco che è possibile ospitare Markos all'interno del convitto per ciechi. Ancora, fax e telefonate per arrivare ad ottenere il visto, che arriva un po' fuori tempo massimo. Ma viene spostato il volo ed il problema è risolto. Nel frattempo la Crocerossa procura a tempo di record l'abbigliamento necessario per Markos, abituato a ben altri climi. Il 19 gennaio è il giorno dell'operazione, dopo la quale entrano in ballo i volontari Avo, che offrono l'assistenza post-operatoria.
«All'inizio tutto sembrava impossibile. Invece, grazie alla buona volontà di tutti, stavamo raggiungendo il risultato che ci eravamo prefissati», sorride Quatraro.
Markos in convitto ha dovuto osservare una settimana di stretto riposo. E il suo soggiorno fiorentino si protrarrà fino a domenica. «Per sbrigare le varie incombenze ci siamo attivati con l'ambasciata e anche con la questura. Ancora una volta abbiamo trovato persone gentili e disponibili», rimarca Quatraro. Adesso Markos usa il videoingranditore per studiare. I medici dicono che l'operazione è riuscita. E che tra 8-9 mesi si potranno vedere i miglioramenti. A patto che vengano seguite scrupolosamente dai medici locali le indicazioni e le prescrizioni.
«Per me è stato un po' come rinascere ' dice Markos -. La mia vista sta migliorando, tanto che riesco a leggere con sempre meno difficoltà».
«Abbiamo voluto raccontare questa vicenda ' conclude Quatraro, - per dimostrre che il nostro Paese non è fatto solo di prestigiatori e pifferai. Ma anche di tante persone che, pur non conoscendosi tra loro, riescono a guardare tutte nella stessa direzione, nell'ottica di una sinergia».
17/02/2012 17.21
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