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Redazione di Met
A UMBERTO VICARETTI IL 10° PREMIO NAZIONALE DI POESIA “RAFFAELLO CIONI”
Il poeta abruzzese vince nella categoria per la miglior poesia. Riconoscimenti che arrivano in ogni parte d’Italia per le altre sezioni in concorso
E’ il poeta abruzzese Umberto Vicaretti il vincitore del “10° Premio nazionale di Poesia Raffaello Cioni”, assegnato Sabato scorso a Barberino di Mugello.

La poesia “Scrivimi che stai bene” del poeta originario di Luco dei Marsi, in provincia dell’Aquila, è stata infatti la più votata dalla giuria composta da Elvira Dreoni, Ida Cecchi, Marco Toccafondi, Lucia Dreoni e Luigi Cioni (nipote di Don Raffaello Cioni) che ha dovuto selezionare la vincente tra le oltre 400 poesie giunte da tutta Italia.
Un risultato che ha sorpreso gli stessi organizzatori del Premio e che ha trovato il suo perfetto coronamento nella partecipata cerimonia di premiazione andata in scena al Teatro Corsini di Barberino di Mugello.

Oltre al premio di “Miglior Poesia” assegnato a Vicaretti, molti altri sono stati i riconoscimenti consegnati nel corso della cerimonia, per ogni categoria in concorso. Tra questi, la poesia più votata dalla “Giuria popolare”, ovvero dal pubblico presente in sala, è stata “Pomeriggio d’Inverno” di Elena Brachi, mentre è andato a Loriana Capecchi, con la poesia “Un canto di papaveri e di grano” il Premio speciale “Trofeo Famiglia Cioni”.

Premiate poi le altre poesie vincitrici nella varie sezioni tematiche. Per la sezione “Tema libero” il testo premiato è stato quello del pugliese Domenico Luiso dal titolo “Molte parole”; per la sezione “Il canto della mia terra” è stato invece il poeta pistoiese, ma ormai milanese d’adozione, Fabiano Braccini a ricevere il riconoscimento con la poesia “Atmosfere padane”; per la sezione “Attualità” infine è stata la poesia “Anch’io sento la fame” di Pietro Baccino, poeta savonese, ad avere il maggior numero di apprezzamenti da parte della giuria del concorso.

Tra le categorie dedicate ai più piccoli ed i poeti in erba delle scuole italiane hanno ricevuto il premio per i loro scritti Aurelio Ettore Ventre, di Borgo San Lorenzo, per le Scuole Elementari, con la poesia “Uno strano temporale”, Giulia Vannucchi, studentessa di Viareggio, per la categoria riservata alle Scuole Medie, con la poesia “Ali” e Elisabetta Atzori per le Scuole Superiori con “Ho una faccia che non mi appartiene”.

Una cerimonia di premiazione dunque che ha visto la presenza di molti dei partecipanti al Concorso e che si è arricchita dei suggestivi intermezzi musicali curati da Lorenzo Bitetti e Lavinia Cioli.

Il Premio, nato nel 2002 da un’idea e per volontà del Prof. Antonio Bitetti e della Prof.ssa Vincenza Biuso e realizzato grazie alla collaborazione della Pro Loco di Barberino ed il patrocinio del Comune, porta il nome di “Don Raffaello Cioni”, il sacerdote barberinese che amava scrivere poesie e di cui si tramanderanno i capolavori.

L’appuntamento è fissato già da adesso all’11esima edizione, con l’apertura delle iscrizioni nei primi mesi del 2013.


Miglior poesia del 10° Premio “Raffaello Cioni”

di Umberto Vicaretti, Luco de Marzi (Aq)
SCRIVIMI CHE STAI BENE (Lettera)
Già sale al borgo antico un’altra luna,
in questa sera dove più non sei.
E’ tanto che ti cerco e aspetto un segno:
pace e perdono più non mi appartengono,
ed è ferita, questa, che fa male.
Perciò ti prego, Madre
(tu che di noi già sai),
scrivimi che stai bene,
che il filo d’ombra acceso nei tuoi occhi
non era che il riverbero del vespro,
un guizzo breve e innocuo del tramonto.
Scrivi, scrivimi presto:
di te, di pa’, di voi non so più nulla.
Non so se in quell’altrove,
che invera un altro tempo,
gentile c’è chi forte vi sostiene
e lieve vi dà il braccio ed apre porte
a mitigare i transiti segreti.
Nessuno qui più abita le stanze,
la vecchia casa sanguina di assenze,
arresa e muta grida il suo silenzio.
Eppure aspetto trepido, una sera,
dalla finestra aperta la tua voce
cercare il me bambino perso ai giochi,
superbo re dei vicoli e del vento.
Ma intanto che io scrosto palmo a palmo
rubini e stelle ai cieli dell’infanzia,
dal tempo chiaro e indenne in cui tu vivi
prendi una rosa e scrivi,
scrivimi che stai bene.

06/06/2012 19.55
Redazione di Met


 
 


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