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GLI INDICATORI AMBIENTALI URBANI ISTAT PER IL 2011
I dati, relativi ai comuni capoluogo di provincia, sono disponibili in serie storica dal 2000 al 2011. I 116 capoluoghi di provincia oggetto di studio, in cui risiede circa il 30% della popolazione totale del Paese (quasi 18 milioni di persone), coprono circa il 7% della superficie italiana.
L'Istat ha presentato i risultati della rilevazione sugli indicatori ambientali urbani, che ha coinvolto in particolare gli uffici statistica dei comuni, che oltre a fornire i dati in proprio possesso svolgono una funzione di coordinamento per informazioni provenienti da altri soggetti: le agenzie regionali di protezione ambientale, le aziende che gestiscono i servizi di raccolta dei rifiuti, di distribuzione dell’acqua e dell’energia, ecc.

In calo i rifiuti urbani raccolti, prosegue l’aumento della differenziata.
Nel 2011 sono state raccolte 10.687.154 tonnellate di rifiuti urbani nel complesso dei comuni capoluoghi di provincia, il 2,9% in meno rispetto al 2010.
Considerando i valori pro capite, nel 2011 la raccolta dei rifiuti urbani nei 116 capoluoghi è risultata pari a 590 kg per abitante, contro i circa 609 nel 2010 (-3,1%). La quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è pari a 33,4%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente (Figura 1).
Con 647 kg per abitante, i comuni capoluogo di provincia del Centro continuano a essere quelli dove si raccolgono le quantità maggiori di rifiuti urbani; nei capoluoghi del Nord se ne raccolgono circa 71 kg pro capite in meno (576) e nel Mezzogiorno si scende a 557 kg per abitante. Rispetto al 2010 si registrano diminuzioni del 3,6% e del 3,5% rispettivamente nel Centro e nel Nord e del 2,2% nei comuni capoluogo di provincia del Mezzogiorno.
Il servizio di raccolta differenziata è presente in tutti i comuni capoluogo di provincia: sono 96 quelli in cui, al 31 dicembre 2011, risulta servita l’intera popolazione. La percentuale di raccolta differenziata risulta pari al 44,9% nel complesso dei comuni capoluogo del Nord, il valore medio scende al 30,7% nei capoluoghi del Centro e al 19,5% in quelli del Mezzogiorno. Per tutte le ripartizioni, comunque, si registrano incrementi rispetto al 2010, più consistenti al Centro (+2,7 punti percentuali), rispetto alle variazioni del complesso dei comuni del Nord (+1,6 punti percentuali) e del Mezzogiorno (+1,2 punti).

Peggiora la qualità dell’aria nel Nord
Nel 2011, nei capoluoghi in cui è monitorato il PM10 (100 comuni), il numero medio di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana si attesta a 54,4 giorni, in aumento rispetto agli ultimi anni, nel corso dei quali i valori erano diminuiti dai 68,9 giorni del 2007 ai 44,6 giorni del 2010. L’incremento è in parte dovuto all’andamento dei fattori meteo-climatici nell’Italia settentrionale e, soprattutto, nella Pianura Padana.
Appena il 17,4% dei capoluoghi del Nord che hanno effettuato il monitoraggio per il PM10 non ha superato la soglia delle 35 giornate, oltre le quali sono obbligatorie per legge misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato (quali la limitazione della circolazione), mentre nel 2010 l’analoga quota del Nord era pari al 31,1%. Il quadro disegna una situazione negativa dei capoluoghi del Nord che non si registrava da almeno 4 anni. Anche nei capoluoghi del Centro, sia pur contenuto, si rileva un peggioramento, mentre nel Mezzogiorno si conferma il trend di lento miglioramento in atto negli ultimi anni (Figura 10).
La quota maggiore (63%) dei superamenti del valore limite per la protezione della salute umana si è registrata in corrispondenza di stazioni di tipo traffico, ovvero di punti di campionamento rappresentativi dei livelli d’inquinamento determinati prevalentemente da emissioni provenienti da strade limitrofe con flussi di traffico medio-alti (Figura 11).
Nel 2011 i giorni di superamento dei limiti, per il PM10, aumentano anche in quasi tutti grandi
comuni11 a eccezione di Venezia, Catania, Bari, Firenze e Napoli. In particolare Verona, Milano, Trieste, Roma e Torino hanno fatto registrare incrementi che vanno dai 27 ai 60 giorni in più di superamento dei limiti durante l’anno. Gli unici grandi comuni che rimangono al di sotto delle 35 giornate di superamento del limite per il PM10 sono Genova, Catania e Bari.
Tasso di motorizzazione ancora alto per le auto più inquinanti
Dopo due anni di lievi diminuzioni, il tasso di motorizzazione (numero di autovetture per mille abitanti) dei comuni capoluogo di provincia torna ad aumentare (+0,5% rispetto all’anno precedente) ed è di circa 614 autovetture per mille abitanti. Dal duemila il valore più elevato si è registrato nel 2003 (639,3 autovetture per mille abitanti), il minimo nel 2000 (606,8).
Il tasso di motorizzazione risulta elevato quasi ovunque: sono, infatti, 74 i comuni capoluogo di provincia con più di 600 autovetture per mille abitanti. I valori meno elevati dell’indicatore, (meno di una autovettura ogni due abitanti) si riscontrano invece a La Spezia (498,3), Genova (465,1) e Venezia (412,2).
Risulta ancora leggermente predominante la presenza di autovetture più inquinanti; il tasso di motorizzazione delle autovetture euro 0, euro I, euro II e III è pari a 325,8, mentre per le autovetture euro IV e V è pari a 287,9.
Rallenta negli ultimi anni la crescita del numero di motocicli. Nei comuni capoluogo di provincia, si contano mediamente 131,5 motocicli ogni mille abitanti (+1,1% rispetto al 2010). Aumenti ben più consistenti si erano presentati negli anni precedenti al 2006, con un picco nel 2001 (+13,0% sul 2000). Nonostante il rallentamento della crescita, dal duemila si rileva complessivamente un aumento medio annuo del 5,6%, da attribuirsi anche alla scarsa disponibilità in ambito urbano di aree destinate alla sosta, al crescente congestionamento del traffico, all’aumento delle aree per le quali è stata disposta la limitazione o l’interdizione alla circolazione dei veicoli.
La presenza di motocicli più inquinanti (euro 0, euro I ed euro II) è tuttora dominante. Per ogni motociclo di tipo euro III se ne contano infatti più di due di tipo maggiormente inquinante (rispettivamente 92,4 e a 41,7 motocicli per mille abitanti).
La densità veicolare (numero di veicoli per km2 di superficie comunale), calcolata considerando i mezzi adibiti sia al trasporto di persone sia al trasporto di merci, è pari a 725,9 veicoli per km2 (valore medio riferito al complesso dei comuni capoluogo di provincia), con un aumento dell’1,1% rispetto al 2010.
La domanda di trasporto pubblico, espressa dal numero di passeggeri trasportati in un anno dall’insieme delle varie modalità di trasporto pubblico urbano è pari, nel 2011, a 227,6 passeggeri per abitante, in lieve diminuzione (-0,2%) rispetto all’anno precedente.


Inquinamento acustico: maggiori controlli e migliori esiti nel Nord
Alla fine del 2011 sono 77 i comuni capoluogo di provincia che hanno adottato la zonizzazione acustica del territorio comunale21, tra i quali tre l’hanno approvata nell’ultimo anno: si tratta di Lodi, Vicenza e Reggio nell’Emilia. Il comune di Ravenna ha aggiornato nel 2011 la zonizzazione precedentemente approvata.
Lo strumento di pianificazione è attualmente presente nel 66,4% dei comuni capoluogo di provincia, con quote che vanno dal 90,9% tra quelli del Centro, al 76,6% di quelli del Nord e al 44,7% dei capoluoghi del Mezzogiorno.
Oltre alla zonizzazione acustica, i comuni con più di 50 mila abitanti dovrebbero approvare, ogni due anni, una Relazione sullo stato acustico del proprio territorio. Nel 2011 nessun comune ha approvato tale relazione e in totale sono 73 i comuni (sugli 89 interessati) che non hanno approvato alcuna relazione sullo stato acustico.

Per chi vuole approfondire

http://www.istat.it/it/archivio/67990

10/08/2012 8.49
Arpat Firenze


 
 


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