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Regione Toscana
WELFARE: SOS COOPERATIVE SOCIALI E ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI
Audizioni in commissione Sanità e politiche sociali delle associazioni cooperative e degli operatori della casa alloggio “L’isola che c’è”
Circa 600 imprese con 25.000 addetti. Questi i numeri di un mondo che non ritiene giusto vivere sulla propria pelle effetti eccessivi della spending review in atto. E’ quanto emerso nel corso delle audizioni, in commissione Sanità e politiche sociali, delle associazioni Federsolidarietà-confcooperative e Legacoopsociali-legacoopservizi Toscana, “in merito alla conversione in legge dello scorso agosto del decreto sulle disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, con invarianza dei servizi ai cittadini e agli affetti dei tagli agiti dal Sistema sanitario regionale”.

Come spiegato dai rappresentanti delle associazioni: “Stiamo parlando di imprese sociali ad altissimo tasso di lavoro, con costi del personale incomprimibili e gestione virtuosa, destinate a subire un taglio stimato sui 10-11 milioni di euro”. “La delibera 754 fatta il 10 agosto dalla Giunta regionale doveva essere più meditata – è stato sottolineato – in modo da distinguere, rispetto ai servizi nel loro complesso, tra quelli che possono essere razionalizzati oppure no”. E ancora: “Il nuovo modello di welfare toscano non può essere dettato solo dalle emergenze, ma deve essere frutto di un progetto concertato”.

Preoccupazioni accolte dall’intera Commissione, consapevole che queste associazioni fanno la differenza nella tenuta sociale di un sistema, non solo perché investono le persone più deboli ma anche perché hanno ricadute sull’occupazione, come hanno sottolineato il vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl) e la consigliera Lucia Matergi (Pd), invitando a lavorare insieme ad un nuovo welfare. Come prima reale risposta la Regione potrebbe rendere regolare il sistema dei pagamenti, ha proposto Gian Luca Lazzeri (Più Toscana).

Disponibilità a collaborare è stata espressa anche dal dirigente Edoardo Maino, ricordando l’apertura del tavolo sull’occupazione e le delibere attuative della 754, per le quali è importante il contributo di tutti.

“Nel limbo di incertezze che stiamo vivendo – ha affermato il presidente Marco Remaschi (Pd) – e per non far arretrare il sistema Toscana, è urgente ripensare i servizi e valutare le soluzioni insieme, per dare un segnale importante e soprattutto per continuare a rispondere ai bisogni dei nostri cittadini”.

Bisogni e cure che talvolta possono riguardare anche i più piccoli, e le loro mamme, come illustrato nel corso dell’audizione dell’associazione pisana Amici del neonato sul rischio di chiusura della casa alloggio “L’isola che c’è”. Ovvero uno spazio dedicato alle mamme dei bimbi pre-termine o con patologie alla nascita, ricoverati al S. Chiara di Pisa.

“L’isola che c’è” ha finanziamenti dalle Province dell’area vasta, dalla Società della salute e dalla Regione attraverso progetti finalizzati. Questa “casina” – dove i servizi per l’utenza sono gratuiti – è gestita da 2 assistenti sociali, 1 psicologa e 1 educatrice, impegnate a seguire la mamma fino al rientro a casa e anche dopo. I posti letto sono in totale 9 ma talvolta ci sono punte anche di 15 mamme. Ancora una cifra: dal marzo 2002, data di apertura della casa alloggio ad oggi, sono state ospitate nella struttura 1335 mamme.

E i numeri talvolta possono essere davvero indicativi: la casa ha un costo complessivo di circa 54 mila euro l’anno e rappresenta pure un’ eccellenza, che però sta per chiudere perché non è in alcuna programmazione ordinaria. Il presidente Remaschi si è quindi impegnato a presentare all’assessorato, al dipartimento e ai coordinatori di area vasta questa emergenza, per capire se è possibile dare continuità ad un progetto che, fino ad oggi, ha guardato ai più piccoli e alle loro famiglie.

08/11/2012 18.27
Regione Toscana


 
 


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