Dare luce ad un ospedale rurale in Uganda: trovare 35 mila euro che servono a un medico fiorentino, Stefano Santini, per un impianto di energia elettrica davvero efficace nell'ospedale di Kalongo (il “Dr Ambrosoli Memorial Hospital”) e in particolare 9 mila euro necessari per le prestazioni sanitarie del reparto di maternità aiutando le tante donne che, in quella zona, partorendo rischiano di morire. E' questa la prima grande sfida 2013 di “Agata Smeralda”, associazione che da Firenze opera in favore delle adozioni a distanza e, più in generale, per la dignità e promozione umana in varie zone nel sud di un mondo ingiusto.
Quell'ospedale africano – sottolinea il Presidente del Progetto Agata Smeralda, Mauro Barsi – ha fame di energia elettrica per svolgere al meglio e in sicurezza la propria attività. E' una struttura con 302 posti letto, nel distretto di Agago (Nord Uganda) fondata nel 1956 dal medico e missionario comboniano Giuseppe Ambrosoli. Ha un bacino d'utenza di almeno 600 mila persone ed è primario punto di riferimento per la chirurgia e, ancora più, per la ostretricia-ginecologia.
Parte integrante dell'ospedale è anche una Scuola di Ostetricia, riconosciuta dal Ministero della Sanità Ugandese come la migliore del Paese.
Per oltre venti anni, dalla fine degli anni ‘80, l’ospedale si è trovato a operare in condizioni di estrema difficoltà per colpa della lunga guerra civile in gran parte del Nord Uganda. A partire dal 2009, con il ristabilirsi delle condizioni di pace e di sicurezza, ha avviato un importante processo di ammodernamento delle strutture, per meglio rispondere ai crescenti bisogni della popolazione. Attualmente si contano circa tremila parti all’anno e, di questi, oltre 400 sono cesarei.
Tra i bisogni primari che spesso in Africa risultano carenti (acqua, cibo, medicinali) uno fra i principali è legato all'energia elettrica. Per un ospedale è vitale disporre di sufficiente corrente elettrica 24 ore su 24. A Kalongo, poiché l’erogazione dalla rete nazionale vede il ripetersi di frequenti e lunghi black-out, la direzione ospedaliera si è dotata di due generatori a gasolio che devono essere alimentati e mantenuti; ciò comporta costi elevati che l’ospedale ha difficoltà a coprire.
Da qui l’appello al Progetto Agata Smeralda. “Sembra strano – spiega Stefano Santini, direttore generale dell'ospedale - dover richiedere un aiuto per i costi della corrente elettrica, ma nel caso di un intervento di taglio cesareo, o di un parto fisiologico condotto di notte, la disponibilità certa di energia elettrica è fondamentale. Ed è una voce di spesa che nessuno è mai pronto a sostenere”.
“Abbiamo subito accolto la proposta – sottolinea Barsi - perché sappiamo quanto sia indispensabile, per una struttura sanitaria, disporre di corrente elettrica per le attività e in particolare per l’assistenza ai parti, per gli interventi chirurgici di emergenza (soprattutto gli interventi di taglio cesareo), in modo che possano essere condotti in condizioni di assoluta sicurezza. Questo sostegno al reparto maternità dell’ospedale di Kalongo significa per noi difendere e promuovere la vita umana, ma anche stare a fianco concretamente alle donne, spesso costrette a morire di parto, offrendo servizi fondamentali”.
Agata Smeralda, già intervenuta con un primo contributo, lancia una raccolta permanente di fondi.
Coloro che desiderano aderire a questa iniziativa umanitaria possono inviare il loro contributo tramite il conto corrente postale n. 502500, oppure mediante bonifico bancario su Chianti Banca – Credito Cooperativo –
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