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Provincia di Pistoia
PROVINCIA DI PISTOIA: FAUNA SELVATICA E GESTIONE DEGLI UNGULATI SUL TERRITORIO
L’assessore alla caccia, Rino Fragai: “ Occorre maggiore chiarezza. Si tratta di una questione complessa, che deve essere affrontata con urgenza in sede regionale e nazionale”
Sulla gestione degli ungulati, tema oggetto in questi giorni di vari interventi sulla stampa locale, l’Ufficio Caccia della Provincia di Pistoia riassume le azioni messe in campo dall’amministrazione provinciale, anche alla luce delle modifiche normative e regolamentari.

La questione ungulati è stata al centro della riforma, normativa e regolamentare, della Regione Toscana negli ultimi anni, a partire dalle modifiche attuate alla L.R 3/94 (modifica art. 37 e inserimento art. 28 bis) all’adozione del nuovo testo unico dei regolamenti attuativi della L.R. 3/94 (D.P.G.R. 33/R 26/7/11 e s.m.i.) e del Piano regionale agricolo forestale (PRAF, D.C.R. n. 3 del 24/1/12), contenete il Piano faunistico venatorio regionale. In particolare, l’inserimento dell’ art. 28 bis, dedicato alla gestione degli ungulati, ha comportato modifiche sostanziali alla legge regionale 3/94, introducendo il concetto di una gestione faunistico venatoria basata sul raggiungimento e mantenimento, per ciascuna specie, delle densità sostenibili sul territorio regionale, anche se soggetto a regime di protezione o di vincolo. Con le modifiche normative del 2010 la Regione ha anche svincolato dal parere ISPRA (lstituto superiore di protezione e ricerca ambientale) l’approvazione da parte delle Province dei piani di gestione annuale di abbattimento; successivamente, a gennaio 2012, con l’approvazione del PRAF (Piano regionale agricolo forestale) la Regione ha ribadito il concetto di massimo controllo sugli ungulati, stabilendo al contempo “densità obiettivo” basse rispetto a quelle storiche (a Pistoia, per il capriolo, un rapporto di 2/10 capi ogni 100 ettari, contro i 20 capi ogni 100 ettari del passato).

A giugno 2012, la Regione Toscana ha nuovamente modificato la normativa sulla caccia, delegando alle Province la fissazione dei tempi per la selezione degli ungulati e con il parere di ISPRA, tornato ad essere vincolante anche per l’ approvazione dei piani di gestione annuale (quindi, sia per il numero di capi da prelevare che per l’indicazione dei periodi, con il divieto di effettuare il prelievo sugli ungulati con il terreno innevato).
Sulla base delle nuove disposizioni, negli ultimi due anni la Provincia di Pistoia ha inviato i Piani di prelievo all'ISPRA, che non ha convalidato le previsioni contenute, sia per le quantità che per i tempi: le densità obiettivo dei piani, seppur coerenti al PRAF, infatti, sono state ritenute troppo basse per l'ambiente collinare e montano (per il capriolo il prelievo idoneo è stato valutato in 781 capi, contro la proposta avanzata di 1918) e i tempi di caccia proposti, da sempre praticati in base alla normativa regionale, sono stati ritenuti non consoni alla biologia della specie e da ridurre.

“La contrazione dei tempi di caccia ha avuto ripercussioni negative sulla percentuale di realizzazione dei piani, a sua volta già compromessa dall’eliminazione della caccia su terreno coperto da neve (disposta con la modifica della L.r 20/2002), che ha precluso di fatto l’esercizio venatorio per vasti comprensori montani e per lunghi periodi – spiega l’Assessore alle politiche della caccia della Provincia, Rino Fragai – A settembre 2012 il Consiglio Provinciale, con un ordine del giorno, ha chiesto alla Giunta Regionale di risolvere la contraddizione esistente: da un lato si stabilisce nel PRAF densità obiettivo basse per il controllo degli ungulati, dall'altro si fissa l'obbligo di chiedere il parere all'ISPRA, che a sua volta ritiene tali densità troppo basse e definisce tempi limitati per il prelievo delle varie classi. Ad oggi la questione non ha ancora trovato soluzione e le singole province si trovano, da un lato, nella necessità di diminuire le densità di ungulati sul territorio e, dall’altro, nell’ impossibilità effettiva di farlo”.

Per superare, almeno in parte, le problematiche esistenti la Provincia è intervenuta attraverso il nuovo Piano faunistico venatorio, per il quale è in corso la fase delle osservazioni, che sarà approvato a fine 2013. Uno degli aspetti principali è la ridefinizione dell'area vocata agli ungulati (dove la presenza è tollerabile a determinate densità) e dell'area non vocata (dove si deve tendere alla loro eradicazione): al fine di un forte contenimento degli ungulati, rispetto allo scorso piano l'area vocata agli ungulati è stata fortemente diminuita, con l’inserimento nell'area non vocata di tutte quelle zone agricole di pianura e collina che prima facevano parte dei distretti di caccia (per esempio, tutte le aree vicino al contesto urbano di Pistoia e di Montale, che fino ad oggi erano aree vocate agli ungulati, sono state rese non vocate).

In riferimento alla problematica degli incidenti stradali causati da fauna selvatica, in prevalenza ungulati, il fenomeno sta assumendo proporzioni rilevanti in tutta la Toscana. La Provincia di Pistoia, si è attivata su più fronti, da un lato, per sensibilizzare l'opinione pubblica (lo scorso anno si è svolta una campagna informativa, in collaborazione con la Regione, che ha coinvolto anche le scuole superiori del territorio) dall’altro per i prelievi venatori (in collaborazione con ATC Pistoia 16, si è concentrato i prelievi di cervi nelle aree peri-urbane, attraverso il prelievo ordinario e gli interventi di controllo in coordinamento con la Polizia Provinciale). L’amministrazione provinciale ha anche recentemente partecipato a un bando regionale (DGR n. 274 del 22 aprile 2013 - Decreto regionale n. 1756/2013, sulle iniziative per la sicurezza stradale della Regione Toscana) con un Progetto di “sperimentazione di cartellonistica stradale innovativa per la prevenzione di incidenti stradali causati da fauna selvatica", in collaborazione con i Comuni di Montale, Pistoia e Sambuca Pistoiese (il progetto riguarda i tratti a rischio S.P 5 Montalese e S.P 24 Pistoia-Riola e la cartellonistica sperimentale, prima in Italia, dovrebbe avvisare, oltre della pericolosità dei tratti anche della presenza di animali sulla sede stradale o nelle immediate vicinanze)
E’ bene ricordare, ai fini risarcimento danni, che l'Amministrazione provinciale non è titolare di alcuna polizza assicurativa specifica per i sinistri causati da fauna selvatica, ma di una polizza volta a coprire i casi in cui venga riconosciuta una responsabilità civile verso terzi dell'Ente. La gestione delle singole pratiche di sinistro viene effettuata dalla compagnia di assicurazioni anche alla luce della giurisprudenza in materia.

“La problematica della gestione degli ungulati sta assumendo proporzioni rilevanti, sia sul piano economico, per i danni alle imprese, che per l’incolumità e la sicurezza pubblica - conclude Fragai – si tratta di una materia complessa, le cui responsabilità non possono essere messe a capo delle sole Province. L’auspicio è che al più presto sia convocato un tavolo regionale, con tutti i soggetti interessati, fra i quali anche ISPRA, per la ricerca di soluzioni urgenti e condivise”.

15/10/2013 16.35
Provincia di Pistoia


 
 


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