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Non-profit in provincia di Firenze
PAOLO BONOLIS CON I TESTADIALKOL
"L'ironia è il più potente antibiotico"
Che educazione ho ricevuto sull'alcool?
Nessuna! Una volta andai in vacanza in Sardegna, parte della mia famiglia viene dal paese di Buduso'; stavo con i miei parenti che erano allevatori, andavo al pascolo con loro e la sera, ero piccolino avevo nove anni, mi davano da mangiare del formaggio ed un piccolo goccio di vino.
Mia madre venne di sorpresa a trovarmi e tiro' uno schiaffo a mio zio che era praticamente il capo dei pastori sardi…mia madre sentì un po di alito da vino e gli tiro' un "pizzone" dicendogli "- tu a mio figlio da bere non glielo dai!" Rimasi colpito da questa cosa ma soprattutto dalla grande signorilita' di quest'uomo che, capendo che la donna, mia madre, non era sarda ma veniva da un'altra educazione… lascio' che quella sberla facesse l'effetto che doveva fare! Questo è stato il mio primo rapporto con l'alcool.
Mi piace bermi una birra, un calice di vino, sopratutto quando mangio ma questo non mi toglie dal capire che invece ci sono problematiche di persone che gozzovigliano nell'alcool e quindi di conseguenza poi ne patiscono le conseguenze! L'alcool è un prodotto e come tale chi lo produce vuole venderlo e quindi renderlo appetitoso, non pericoloso, deve giustificarne anche l'utilizzo non modico ma semmai esuberante…perche' cosi le vendite aumentano…ma non si sottolinea mai che l'alcool come ogni cosa in eccesso è pericoloso!
Sui mezzi di comunicazione l'alcool viene raccontato da chi lo produce e quindi esclusivamente nella sua meravigliosa bellezza e purezza.
Al giorno d'oggi la voce popolare parla sempre di droghe secondo lei invece esiste ancora nel jet set nel mondo dello spettacolo l'alcool come evento che crea dipendenza e disagio.
É evidente che chi ha dei disagi cerchi di annullarli; negli Stati Uniti il disagio principale e proprio quello dall'alcoolismo... cioè il disagio principale é creato da altri disagi che si cerca di annegare nell'alcol.
In Italia se sia così non lo so, ma credo che non abbiamo una grossa propensione storica al bere...al buon bere si....però visto che dal piano Marshall in poi siamo stati uno scaffale degli Stati Uniti ecco che, automaticamente, quelle abitudini, il let's get drunk degli americani....'briacamose in italiano....che sembra per loro esser una cosa meravigliosa ha cominciato ad attecchire sulle nuove generazioni della penisola.
Un mio amico americano che ha un bar, io ho due figli che vivono a New York, mi ha detto: "- tu non sai quanta gente viene qui ad annegare i propri dispiaceri nell'alcol e purtroppo io gli dico a tutti guardate che sanno nuotare perfettamente....rimangono bene a galla!"
ASSOCIAZIONE ONLUS GENERAZIONI CONTATTI Giovani e Adulti comunicano - “Iniziative ed eventi a favore dell’ascolto fra generazioni”
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info@testadialkol.it – www.testadialkol.it
Paolo tu hai cresciuto due mandate di figlioli in due periodi diversi....hai notato delle differenze a crescere dei figli prima e dopo il duemila?
Si, c'è una differenza sostanziale che é legata sopratutto ai rapporti interpersonali; penso che per i più piccoli rischiano di diventare compromessi proprio per l'esercizio esagerato dei computer e dell'isolamento che essi comportano. Una virtualità di rapporto dove il rapporto si presume esserci ma in realtà non c'è in quanto non é tangibile, é privo della logica dei cinque sensi che ti permettono di determinare visivamente, uditivamente, tattilmente, chi hai accanto a te! La qualità del rapporto é sostituita dalla quantità virtuale dei rapporti.
Questo porta ad illudersi che ci sia una realtà rapida, quantificabile in maniera esagerata, a propria disposizione e si vengono così a superare quei due grandi ostacoli che però sono anche la bellezza della nostra vita: lo spazio ed il tempo. Attraverso la virtualità noi saltiamo via dallo spazio e dal tempo ed immaginiamo che questo possa esser fatto quotidianamente.....e quando poi la virtualità si spegne ed entri nella vita reale determinata dallo spazio ed al tempo....a quel punto sei a disagio e buona parte dei disagi delle nuove generazioni sono proprio questo: l'impossibilità di convivere ed accettare il limite dello spazio e del tempo.
Disagio virtuale e disagio delle sostanze vanno dunque a braccetto?
Qualunque disagio finisce per cercare di esser superato attraverso non la possibilità di un superamento "inproprio" ma attraverso lo scarico del medesimo con delle fughe....quella della droga é una fuga quella dell'alcol é una fuga....perciò diventare teste-di-cocaina o testedialkol é la stessa identica cosa...! Non superare i propri disagi e nasconderli con alcool e droga, prima o poi, te li riporta indietro come un boomerang!
Se un giovane ha voglia di poter stare bene e "di potersela godere", la moderazione nell'utilizzo di qualunque cosa, anche dell'alcol, ti permette di dilatare questa opportunità di divertimento per tutto il tempo della tua vita; altrimenti finisci per diventare succube del tuo problema e del veicolo che presumi te lo porti via e delle conseguenze che possono esser letali!
Lei é convinto veramente che attraverso la risata lo scherno si possa arrivare dove il monito spesso si blocca?
É un opportunità! L'ironia é sicuramente il più grande antibiotico all'esistenza che ci possa essere; con l'ironia si posson superare parecchie barriere ed incertezze; si può recuperare un autostima perduta o non si sia riuscita a formare. Tutto questo può portare a pensare che ogni cosa sia superabile con una risata.
Molto spesso una risata é un'altra via di fuga e basta, ma non é costruttivo....di fronte a determinati tipi di problematiche credo che non solo il monito ma anche l'intervento sia necessario e la risata non sia più sufficiente.
I problemi si risolvono infatti attraverso un azione, una pratica, una scelta. Ecco...molto spesso la realtà virtuale ci sta togliendo la possibilità di scegliere nel senso che in realtà ogni scelta é una rinuncia e come tale richiede un impegno; nella realtà virtuale scegliamo tantissimo ma non rinunciamo a niente!!
Paolo nel tuo camerino hai molte riproduzioni di arte contemporanea....ti sei mai cimentato nella realizzazione di opere "Bonolis"!
Ogni trasmissione che faccio é un opera Bonolis....non é un'opera grafica ma é pensata e viene poi resa visibile da coloro che la realizzano tecnicamente e da me che la rendo fruibile e visibile attraverso la parola.
Pure quella é una forma di realizzazione di un'idea personale.
Credo d'esser l'unico che continua a scrivere trasmissioni non acquistate altrove ed a venderle in tutto il mondo; oggi le televisioni si domandano cosa piacerà al pubblico?! Io mi domando invece che cosa piace a me e...poi se gli piace pure al pubblico son contento...però se piace a te finisce che piace anche agli altri perché sei in grado di raccontare una piccola parte di te stesso, padrone del racconto che fai!
Se invece devi raccontare le storie altrui é un po' più complicato!
A presto ragazzi, non fate le testedialkol perché fra Testadialkol e testa-di-cazzo il passo è breve!

13/12/2013 15.04
Non-profit in provincia di Firenze


 
 


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